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E’ durata quasi due ore l’udienza davanti al gup Vinicio Cantarini dove si sono dati battaglia i periti del Tribunale, del pubblico ministero Davide Ercolani e della difesa di Klajdi Mjeshtri, il buttafuori 29enne di origini albanesi, quest’ultimo accusato di aver ucciso con una serie di pugni il vigile del fuoco 34enne Giuseppe Tucci fuori dalla discoteca Frontemare di Rimini. Il medico legale Loredana Buscemi, che su incarico del giudice ha analizzato i risultati dell’autopsia sul corpo della vittima, è giunta alla conclusione che sono stati almeno 9 i colpi che hanno raggiunto la vittima provocando la “Rottura dell’arteria vertebrale di sinistra”. Una lesione fatale per Tucci, rimasto a terra incosciente dopo il pestaggio e trasportato in condizioni disperate al pronto soccorso dove i medici ne avevano poi dichiarato la morte cerebrale. L’esperta del Tribunale, inoltre, ha accertato che a provocare il decesso non sono intervenuti, nemmeno come concausa, la caduta a terra del 34enne raggiunto al volto dai pugni del buttafuori e l’alcol assunto dal vigile del fuoco. Una conclusione analoga a quella del consulente del pubblico ministero, il dottor Guido Pelletti.
Di parere diametralmente opposto, invece, il consulente della difesa di Mjestri, seguita dagli avvocati Massimiliano Orrù e Piero Ippoliti Martini. Secondo il medico legale di parte professor Mauro Pesaresi, infatti, a provocare la morte del vigile del fuoco non sarebbero stati i pugni del buttafuori ma la caduta di Tucci che avrebbe sbattuto violentemente la testa sull’asfalto. Allo stesso tempo il perito della difesa ha osservato come il 34enne, quella sera, aveva assunto alcolici e la tesi portata avanti è stata quella secondo cui il 34enne morì dopo ore di agonia successive al pestaggio perché le terapie ospedaliere non ebbero effetto a causa della vasodilatazione dovuta all’assunzione di alcol. Una ipotesi contestata sia dal consulente del pubblico ministero che coordina le indagini, Davide Ercolani, che da quello del gip: entrambi hanno escluso che il tasso alcolemico riscontrato su Tucci, 0,97 g/l, possa aver favorito l’emorragia subaracnoidea che lo ha poi portato al decesso. L’udienza, alla quale hanno partecipato i famigliari del vigile del fuoco che si sono costituiti parte civile con l’avvocato Marco Ditroia, è stata aggiornata al prossimo 30 settembre per ascoltare i testimoni oculari.
Tucci, secondo quanto ricostruito, nella sera tra il 10 e l’11 giugno del 2023 era arrivato al Frontemare con un amico e secondo i gestori del locale si era presentato già alterato dall’alcol iniziando ad infastidire delle ragazze. Tra queste ci sarebbe stata la fidanzata di Klajdi Mjeshtri che, quella notte, lavorava in nero nella discoteca. Tra il vigile del fuoco e l’addetto alla sicurezza ed esperto di boxe ci sarebbe stato un primo alterco con il 34enne che era stato poi fatto allontanare. Non è chiaro perchè, dopo pochi minuti, il 34enne avesse lasciato l’amico per poi fare ritorno al Frontemare entrando non dall’ingresso principale ma da quello che si affaccia sulla spiaggia riminese. Tra la vittima e l’addetto alla sicurezza era così scoppiato un secondo alterco con Mjeshtri che lo aveva preso a pugni alcuni dei quali avevano raggiunto il vigile del fuoco alla testa. Crollato a terra incosciente, Tucci era stato soccorso dal personale del 118 e trasportato d’urgenza in ospedale ma, nonostante tutti gli sforzi dei medici, le ferite erano stati tali da provocare la morte cerebrale. I genitori del 34enne, rispettando i desideri del figlio, avevano poi disposto la donazione degli organi.
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