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Non luogo a procedere. È quanto è stato disposto martedì 24 settembre dal giudice per l’udienza preliminare di Roma nei confronti di Vittorio Sgarbi e della sua compagna, Sabrina Colle, per la vicenda riguardante presunto mancato pagamento di debiti con l’Agenzia delle Entrate per un importo di circa 715mila euro. Il fatto – per cui la Procura capitolina aveva, invece, chiesto il rinvio a giudizio – risale al febbraio del 2020 e riguarda l’acquisto all’asta di un dipinto di Vittorio Zecchin, in cui figurava come acquirente appunto la compagna dell’ex sottosegretario alla Cultura. È arrivato il proscioglimento dalle accuse perché “il fatto non sussiste”.
I pm avevano contestato a Sgarbi l’aver acquisito un dipinto all’asta facendo figurare la fidanzata Sabrina Colle come acquirente e con denaro di una terza persona, con l’intento di mettere l’opera al riparo da eventuali aggressioni da parte del Fisco. L’acquisto del dipinto, “Il giardino delle fate”, opera del 1913 di Vittorio Zecchin, per Sgarbi sarebbe stato realizzato grazie alla munificenza dell’amico piacentino Corrado Sforza Fogliani, avvocato cassazionista e banchiere, ex presidente di Confedilizia e vicepresidente dell’Abi, scomparso nel dicembre del 2022. Quanto al dipinto, si tratta di un’opera di Vittorio Zecchin, artista nato a Murano nel 1878, e risale al 1913. “Il giardino delle fate” era stato messo in vendita dalla casa d’aste Della Rocca e aggiudicata per 148mila euro. Sgarbi e Colle avevano spiegato che si trattava di un regalo dell’amico Sforza Fogliani.
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