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di
Alessandro Puglia
Gli effetti della siccità di quest’estate modificano e mettono in pericolo intere vegetazioni, facendo morire alberi resistenti come le querce o il bagolaro, costringendoci a dire addio a polmoni verdi che negli anni sono resistiti a una forte urbanizzazione. È quello che sta accadendo nella riserva naturale integrata Immacolatelle e Micio Conti di San Gregorio di Catania, tra i primi paesi alle pendici dell’Etna, a circa 330 metri dal livello del mare, monitorata in questi mesi dall’Università di Catania dove si è certificata la morte di centinaia di esemplari dovuta proprio al cambiamento climatico. Davanti alla scarsità di piogge, dal primo gennaio sono soltanto 211 millimetri su una media annuale di 600, è emerso un dato nuovo: nella provincia di Catania dal 1 gennaio ci sono state 72 notti tropicali, ovvero il numero di giorni e notti dove la temperatura non è mai scesa sotto i 20 gradi. Questo insieme di fattori per il bosco è devastante. Alberi, piante e fiori soffocano, perdono le foglie, rinsecchiscono cambiando il paesaggio in cui le querce fanno spazio ad olivastri e la bellezza diventa arida.
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