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Semplificazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale per le rinnovabili, degli interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e di contrasto al dissesto idrogeologico
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha proposto un nuovo Decreto Ambiente, un nuovo provvedimento con “Disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell’economia circolare, l’attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico”.
Il D.L. Ambiente, che potrebbe essere presentato in Consiglio dei Ministri già nelle prossime settimane, ha l’obiettivo di aggiornare dopo 18 anni di onorato servizio il Codice dell’Ambiente (D.Lgs. 152/2026) semplificare e rendere più efficiente il processo di autorizzazione per progetti legati alle energie rinnovabili riducendo i tempi burocratici e incentivando gli investimenti nel settore.
Ricordiamo che già lo scorso 9 febbraio il MASE ha convocato una Commissione interministeriale di trentatré esperti per avviare la revisione del Codice dell’Ambiente, il riassetto e la codificazione delle normative in materia ambientale in un unico testo.
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Cosa prevede il D.L. Ambiente
La prima bozza che in queste ore sta circolando in rete si compone di 13 articoli così strutturati:
art. 1 – disposizioni urgenti in materia di valutazioni e ambientali;
art. 2 – disposizioni urgenti coniugare le esigenze di salvaguardia dell’ambiente con le esigenze di sicurezza degli approvvigionamenti;
art. 3 – misure urgenti per la gestione della crisi idrica;
art. 4 – misure urgenti in materia di responsabilità estesa del produttore per il commercio elettronico;
art. 5 – ulteriori urgenti per l’economia circolare;
art. 6 – disposizioni urgenti per favorire il recupero di materie prime critiche dai RAEE;
art. 7 – misure urgenti in materia di bonifica;
art. 8 – istituzione della struttura di supporto al Commissario straordinario per il sito di interesse nazionale di Crotone – Cassano e Cerchiara;
art. 9 – disposizioni per il censimento e il monitoraggio degli interventi in materia di difesa del suolo;
art. 10 – programmazione e finanziamento degli interventi affidati ai Commissari di Governo per il contrasto del dissesto idrogeologico;
art. 11 – disposizioni urgenti per le amministrazioni operanti nei settori dell’ambiente e della energetica;
art. 12 – disposizioni urgenti per le funzionalità del Ministero dell’ambiente e della energetica;
art. 13 – clausola di invarianza finanziaria.
Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per le rinnovabili
La bozza prevede una corsia preferenziale per progetti di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) dedicati a impianti di idrogeno verde e a grandi impianti fotovoltaici ed eolici.
Verranno favoriti impianti per la produzione di idrogeno verde, progetti di ristrutturazione, ripotenziamento o ricostruzione completa di impianti eolici e fotovoltaici, oltre a impianti solari a terra e agrivoltaici con una potenza minima di 50 MW e impianti eolici a terra con una capacità di almeno 70 MW.
Il decreto stabilisce che tutti i progetti relativi alle energie rinnovabili, specialmente quelli di larga scala come gli impianti eolici offshore, dovranno seguire il processo di VIA.
Le autorizzazioni per gli impianti eolici offshore possono beneficiare di una VIA più rapida, a patto che rispettino criteri ambientali stringenti; a tal proposito viene stabilita una maggiore attenzione alla valutazione dei rischi ambientali marini, con particolare riguardo alla protezione degli habitat naturali e delle specie marine.
Il decreto introduce anche disposizioni specifiche volte a facilitare l’autorizzazione di questi impianti, con la previsione di zone prioritarie individuate dal Governo, in cui le procedure saranno ulteriormente semplificate e velocizzate.
Procedure semplificate per le rinnovabili
Sono state semplificate le procedure per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili.
Viene introdotto un procedimento accelerato per impianti di piccole e medie dimensioni, in cui l’autorizzazione può essere concessa tramite una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) o autorizzazioni semplificate, riducendo i vincoli burocratici.
Restrizioni sugli idrocarburi
Un aspetto rilevante del decreto è la decisione di fermare nuove concessioni per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi sia a terra che in mare. Questa scelta segna un cambiamento radicale nella strategia energetica italiana, spostando l’attenzione verso fonti più sostenibili. Tuttavia, sono previste eccezioni per l’estrazione di gas naturale in determinate circostanze, permettendo così un equilibrio tra necessità energetiche immediate e obiettivi a lungo termine.
La bozza del Decreto Legge Ambiente stabilisce lo stop all’emissione di nuovi permessi per la ricerca e lo sfruttamento di idrocarburi liquidi, sia a terra che in mare. Nonostante ciò, le concessioni legate ai permessi di ricerca già rilasciati prima dell’entrata in vigore della nuova normativa resteranno valide, anche se le attività non sono ancora terminate. Le operazioni estrattive già avviate proseguiranno senza interruzioni.
Nel caso di proroghe delle concessioni di sfruttamento, l’amministrazione competente dovrà considerare sia le riserve minerarie residue, sia il tempo necessario per l’esaurimento completo delle stesse, assicurando la continuità operativa del giacimento fino alla fine della sua vita utile. Inoltre, i confini delle aree concesse verranno ridisegnati, limitando le attività estrattive e di ricerca alle zone strettamente necessarie per la produzione.
Una modifica significativa riguarda la deroga per l’estrazione di gas entro 12 miglia dalla costa: sarà possibile ottenere permessi per lo sfruttamento di giacimenti di gas naturale fino alla fine della loro vita operativa, a condizione che la richiesta sia stata presentata prima dell’entrata in vigore del decreto e che il giacimento contenga almeno 500 milioni di metri cubi di gas confermati. Questi permessi saranno destinati esclusivamente alla partecipazione a procedure di approvvigionamento a lungo termine.
Semplificazione delle procedure RAEE
Il decreto introduce anche importanti semplificazioni nelle procedure relative ai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). La normativa prevede che i rivenditori ritirino i RAEE al momento della vendita di nuovi dispositivi, facilitando così il riciclo e la gestione dei rifiuti. La misura promuove un’economia circolare, incoraggiando i cittadini a smaltire correttamente i dispositivi obsoleti.
In particolare, l’articolo 6 stabilisce che i sistemi collettivi provvedono anche attraverso il centro di coordinamento a progettare realizzare e finanziare programmi di comunicazione, informazione e sensibilizzazione per i cittadini sull’importanza della raccolta separata dei RAEE e sui benefici ambientali ed economico.
Implicazioni per il settore edilizio
Le nuove disposizioni hanno un impatto diretto sul settore edilizio, aprendo opportunità significative per le aziende impegnate nella costruzione di edifici sostenibili e nell’integrazione delle energie rinnovabili. Con l’accelerazione dei processi autorizzativi per gli impianti fotovoltaici ed eolici, le imprese possono pianificare progetti più ambiziosi senza temere lunghe attese burocratiche.
Investimenti Sostenibili
Inoltre, il decreto incoraggia gli investimenti in tecnologie verdi e pratiche edilizie sostenibili. Le aziende che adottano soluzioni innovative e rispettose dell’ambiente non solo contribuiranno alla salvaguardia del pianeta, ma potranno anche beneficiare di incentivi fiscali e finanziamenti pubblici.
Indirizzo articolo: https://biblus.acca.it/decreto-ambiente/
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