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Cambiare gli stili di vita degli italiani nella mobilità? Difficile. Nel Belpaese l’auto privata continua ad essere il mezzo di spostamento privilegiato, con quasi 3 su 4 cittadini che la utilizzano in modo ricorrente. Nel resto del mondo non va certo meglio, visto che le singole auto rappresentano ancora il 70% dei passeggeri-km (unità di misura della domanda di trasporto) nelle aree urbane e il 90% nelle aree rurali. Dati che fanno riflettere e che sono emersi nel corso della Settimana europea della mobilità 2024, svoltasi dal 16 al 22 settembre, la campagna di sensibilizzazione più importante della Commissione europea sulla mobilità urbana sostenibile. Numerose le iniziative organizzate dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, che hanno coinvolto 153 Comuni italiani, su un totale di 2.711 in tutto il Vecchio Continente.
Settimana europea della mobilità 2024: lo spazio pubblico condiviso
Il tema di quest’anno è lo “Shared Public Space – lo Spazio Pubblico Condiviso” che porta molti benefici alla società perché è un luogo.
L’obiettivo è migliorare la qualità della vita urbana e promuovere la creazione di infrastrutture incentrate sulle persone. Favorendo ed integrando altre iniziative dell’UE, come REPowerEU e il Green Deal. Le iniziative delle città coinvolte hanno l’obiettivo di agevolare il ricorso a mezzi di trasporto meno inquinanti e promuovere nuovi comportamenti grazie ad infrastrutture adeguate, reti e condizioni per la mobilità attiva.
Le linee guida sono:
- vivere lo spazio pubblico in modo diverso con:
- visibilità alla mobilità sostenibile,
- buon esempio delle pubbliche amministrazioni,
- protezione degli utenti vulnerabili,
- riprogettando lo spazio pubblico;
- riqualificare lo spazio urbano per accogliere tutti gli utenti e tutte le modalità di trasporto
- pianificare e progettare strade più sicure.
Giornata mondiale senza auto
Nel corso dell’evento si è anche celebrata la Giornata mondiale senza auto. Nel mondo ci si sposta ancora soprattutto con le auto private. Come si legge nel recente rapporto “La mobilità del futuro 5.0” (adlittel.com), i trasporti rappresentano ancora circa il 25%-40% delle emissioni nazionali di anidride carbonica, l’unico settore con un aumento costante dal 1990.
Eppure, studi recenti hanno scoperto che tra il 42% e il 72% degli abitanti di grandi città con più di 250.000 persone sarebbero disposti a rinunciare ad almeno una delle loro auto se fossero loro messe a disposizione sufficienti alternative di mobilità. Dai monopattini alle e-bike, l’impatto però è ancora troppo modesto rispetto alle previsioni. Lo studio Adl dice che oltre il 70% dei cittadini utilizza solo auto private per i propri spostamenti quotidiani, con solo il 14% che non utilizza mai un’auto.
Le difficoltà del trasporto pubblico
Altre modalità di viaggio? Lo studio mostra che solo il 6% degli intervistati utilizza il trasporto pubblico locale, il 4% modalità attive, l’1% i taxi, il 2% preferisce il car sharing. Inoltre, la percentuale di pendolari che in genere utilizza modalità di trasporto diverse dalle auto private (inclusi gli utenti di più modalità di mobilità) varia tra il 7% (per il car sharing) e il 17% (per il trasporto pubblico locale).
Da un punto di vista geografico, c’è ancora più uso individuale dell’auto negli Stati Uniti (78%), un po’ meno in Cina (61%). La Cina ha anche un maggiore uso del trasporto pubblico locale, con il 27% che usa il tpl insieme ad almeno un altro mezzo. Negli ultimi 5 anni, a livello globale il numero di viaggi individuali in auto è aumentato del 34%, spinto soprattutto dalle economie in rapida crescita (ad esempio, India, Vietnam, Thailandia e Messico).
Settimana europea della mobilità 2024: come siamo messi in Italia
In Italia non va certo meglio. L’indagine annuale sulla mobilità degli italiani condotta da ANIASA (l’associazione di Confindustria che rappresenta il settore dei servizi di mobilità) e Bain & Company conferma che nonostante le sfide economiche, l’auto rimane il mezzo di trasporto più pratico e flessibile, soprattutto per gli usi lavorativi e misti.
Una delle componenti della ripresa della mobilità sulle strade nel post-pandemia è che il lavoro da remoto si è ormai stabilizzato su una media di 1,6 giorni alla settimana. Gli spostamenti per motivi di business rimangono, quindi, una componente importante della mobilità quotidiana. Altro punto critico rilevato dal report è la crescente esitazione verso l’acquisto di auto green. I consumatori sono scoraggiati dalle difficoltà legate alla ricarica (segnalate dal 52% del campione) e dalla percezione di scarsa sicurezza (20% degli intervistati e +16% rispetto al 2020) delle vetture elettriche.
Il ricorso all’auto privata
Limitata disponibilità del trasporto pubblico e scarsa accessibilità ai servizi di prossimità. In Italia, tutto ciò ancora ostacola gli sforzi per ridurre l’uso dell’auto privata, come emerge dall’Osservatorio Stili di Mobilità, realizzato da Ipsos e Legambiente in collaborazione con Unrae. Le città più colpite da una condizione di precarietà nella mobilità sono Napoli con il 34% e Roma con il 33%, mentre a metà strada si trova Torino, con il 28%. A Milano e Bologna, con un’elevata offerta di mobilità sostenibile ed elettrica, il livello di precarietà si attesta intorno al 20-21%.
Il 64% dei viaggi si svolge a bordo di un’auto e moto di proprietà. Rimangono stabili gli spostamenti a piedi, in bici o in monopattino elettrico che ammontano al 22%. La mobilità sostenibile prevale a Bologna e Milano con rispettivamente il 49% e il 48% degli spostamenti a piedi, in bici, con i mezzi collettivi o condivisi.
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