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Una polvere bianca venduta in una fiala. Così si presenta Pipps, un integratore italiano a base di sostanze energizzanti, come caffeina, creatina e taurina, simili a quelle presenti negli energy drink.
Niente di nuovo sotto il sole dunque, se non il fatto che il nome, l’aspetto della confezione, la sua forma in polvere e in parte gli effetti lasciano ben poco all’immaginazione e sono un chiaro richiamo alla cocaina. Il target è chiaramente quello dei giovani e giovanissimi alla ricerca di “sferzate di energia” per potenziare il divertimento.
Una moda, quella degli integratori energizzanti in polvere, che ha fatto parecchio discutere e che ha suscitato una levata di scudi anche da parte delle autorità sanitarie quando è stato lanciato in Francia un prodotto analogo, Sniffy, di cui anche noi avevamo denunciato a suo tempo i rischi per la salute fisica e mentale dei ragazzi.
La pubblicità sui social è scorretta e poco etica
In alcuni video live su canali social molto seguiti dai ragazzi, come Instagram e Tik Tok, si vede Fabrizio Corona prendere questa polvere stimolante dalla fialetta, appoggiarla sulla mano e poi inalarla tirando su con il naso. Un gesto su cui c’è ben poco da ricamare, di cui però sembra che l’influencer vada molto fiero, soprattutto quando annuncia alla platea il “trucco”.
L’obiettivo è chiaramente pubblicitario, per far parlare in modo provocatorio di questo prodotto senza dover sottostare alle regole dell’autodisciplina presenti sui normali mezzi di comunicazione: un’operazione alquanto discutibile che ha catturato l’attenzione di migliaia di ragazzi che l’hanno resa virale.
Cos’è Pipps
Come la contestata polvere energizzante Sniffy, la cui vendita non è stata autorizzata in Italia, Pipps è composto dallo stesso mix di sostanze stimolanti, tutte perfettamente legali: arginina, caffeina, creatina, L-citrullina, taurina, beta-alanina. Nelle indicazioni per assumerlo presenti sul sito del produttore, però, si dice di scioglierlo nell’acqua o tenerlo sotto la lingua, non di sniffarlo come fosse una dose di cocaina in polvere. Pipps viene venduto online o nelle tabaccherie in due varianti: bianco e rosa aromatizzato alla fragola (anche qui è evidente il rimando alla nuova droga a base di ketamina, ecstasy e altre sostanze stupefacenti conosciuta come “cocaina rosa” per via della sua colorazione).
I gravi rischi di questo integratore
Gli effetti avversi di questo tipo di integratori, sui quali non è ancora possibile giungere a conclusioni certe, potrebbero essere simili data la composizione a quelli degli energy drink, soprattutto quando vengono assunti in dosi eccessive o mescolati con alcol e altre sostanze. A questi si aggiungono i possibili rischi causati dall’inalazione della polvere, come piccoli traumi alla mucosa nasale, sanguinamento, infezioni e perforazione del setto nasale.
Ma questi rischi fisici sono soltanto una parte del problema: come hanno sottolineato diversi esperti di dipendenze quando è entrato sul mercato l’omologo Sniffy, strizzare l’occhio agli adolescenti invitandoli a sniffare polveri stimolanti è estremamente pericoloso perché normalizza un gesto fino ad ora circoscritto al mondo della dipendenza da sostanze illegali, come appunto la cocaina, o da altre sostanze volatili con effetto tossico e psicoattivo (colle, vernici…).
La nostra segnalazione al ministero della Salute
I rischi fisici, psicologici e comportamentali di questo tipo di prodotti destinati ai giovani sono evidenti. Non bastano un’iscrizione al registro degli integratori alimentari e qualche disclaimer sulla confezione (come il divieto sotto i 18 anni o l’indicazione di usarlo sciolto nell’acqua) per fare di Pipps, come di altri integratori energizzanti simili, dei prodotti accettabili e sicuri. Bisogna che le autorità monitorino attentamente la comunicazione marketing sui social e soprattutto che rivedano le modalità con cui autorizzano alla vendita questo tipo di integratori. Per cominciare, come è stato per Sniffy, segnaliamo Pipps al ministero della Salute, chiedendo che venga tolto dal commercio. Ma, più in generale, servono regole più severe e campagne di educazione per mettere in guardia i ragazzi dalle false promesse di queste polverine per proteggere concretamente la loro salute e il loro benessere psicologico.
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La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
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