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MILANO – La produzione della 500 ibrida a Mirafiori verrà anticipata. Lo ha detto l’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares all’incontro con i segretari generali di Aqcfr, Fismic confsal e Uglm. Tra i progetti principali comunicati, è prevista l’introduzione di versioni ibride su tutti i modelli della gamma, con l’anticipo della produzione della 500 ibrida a Mirafiori.
L’ad di Stellantis è quindi intervenuto in Parlamento in audizione. Il manager ha sottolineato che produrre auto elettriche costa il 40% in più e l’unico modo per assorbire questo aumento e assicurare prezzi accessibili è un sostegno pubblico all’acquisto di auto attraverso gli incentivi. “Io devo poter vendere” i veicoli elettrici “allo stesso prezzo dei veicoli a combustione interna” ma “in questo sistema sotto pressione, non posso aumentare il prezzo e utilizzare la tecnologia elettrica, quindi devo infilare per forza un 40% di aumento dei costi, che è quello della tecnologia elettrica”, e “di conseguenza con questo 40% di aumento dei costi creo all’interno della filiera una tensione insopportabile”, ha detto Tavares. “Voi, leader politici, dovete spiegarmi come faccio a gestire questi attriti, queste tensioni e conseguenze che derivano dal fatto che io devo aumentare per forza del 40% i miei costi”, ha aggiunto.
“In Italia vendute poche elettriche, servono incentivi”
Entrando nel dettaglio del caso italiano, Tavares ha spiegato: “Perché non vendiamo auto elettriche in
Italia? Perché costano troppo. Dobbiamo renderle accessibili con incentivi e sussidi. Come? Attraverso imposte? Questa è una vostra decisione”, ha detto Tavares sottolineando che “per sostenere la domanda in Italia servono notevoli iniezioni di incentivi sennò non ce la facciamo”.
“Abbiamo un piano preciso che ho condiviso con i nostri partner, abbiamo assegnato nuovi prodotti a tutti gli stabilimenti italiani fino al 2030, in alcuni casi al 2033. Ma non basta. Il problema sono i costi troppo alti in Italia, il 40% più alti di quelli che devono sostenere i nostri concorrenti.”, ha ribadito Tavares. “Ad esempio quello dell’energia è molti elevato, il doppio della Spagna. Non so perché. Questo è un grandissimo svantaggio perché non consente di difendere i margini. Produrre veicoli che non possono essere acquistati dalla classe media perché costano troppo è inutile” ha spiegato.
“Soldi non per noi ma gli italiani”
E sempre rispetto agli incentivi, replicando ai parlamentari, Tavares ha aggiunto: “Noi non chiediamo soldi per noi. Chiediamo aiuto per i vostri cittadini perché possano permettersi di comprare questi veicoli. Il sostegno serve a rendere accessibili questi modelli”.
“Non chiediamo rinvio della scadenza del 2025”
A proposito sugli obietti sulle emissioni fissati dall’Europa Tavares ha ribadito la propria posizione. “Noi non chiediamo il rinvio della scadenza del 2025, siamo pronti. Abbiamo bisogno della stabilità dei regolamenti perché dobbiamo pianificare in anticipo. Ci serve un ambiente stabile e durevole”. Abbiamo fatto i compiti a casa, abbiamo lavorato molto duramente per fare in modo che le vetture e i componenti che usiamo siano in linea con i requisiti fissati”, ha detto Tavares. “Vi chiediamo stabilità della regolamentazione perché nel nostro settore i tempi sono lunghi, dobbiamo programmare con largo anticipo”.
Calenda: “Non un solo euro senza un piano”
“Siamo qui a discutere di quello che avete detto e che non state facendo. Come è successo che i dipendenti sono diminuiti di oltre 11 mila unità? Come mai siamo arrivati al minimo storico di produzione? Come mai persino la gigafactory di Termoli non c’è più? Le parole dicono una cosa e i fatti dicono un’altra. Siamo contrari a dare un singolo euro finché non c’è un piano industriale per iscritto e con chiarezza. Le cose dette da lei e da Elkann si sono dimostrate tutte false”, ha detto il leader di Azione Carlo Calenda nel corso dell’audizione.
Delusa la leader Pd Elly Schlein: ”Ci aspettavamo molto di più da questa audizione. Crediamo che sia interesse dell’Italia salvaguardare la vocazione manufatturiera. Abbiamo bisogno di un’industria moderna. Siamo per questo molto preoccupati della situazione di Stellantis in Italia. Condividiamo le ragioni dello sciopero del 18 ottobre e chiediamo che Stellantis si confronti con i lavoratori. Qual è il piano industriale per ricerca, sviluppo e produzione in Italia? Chiediamo chiarezza, molto più di quella che abbiamo sentito qui. Perché invece noi abbiamo visto dei segnali di disimpegno, di disinvestimento”, ha detto.
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