Prezzi dell’olio extravergine in Umbria: la nuova annata riaccende il dibattito #adessonews

È ufficialmente iniziata la stagione olearia in Umbria, e come ogni anno, si accendono le discussioni sul prezzo al litro dell’olio extravergine di oliva. Vendere il prodotto a 14-15 euro al litro, come accaduto nella precedente campagna, sembra eccessivo a fronte di una stagione più abbondante, con gli ulivi carichi di olive. “Se l’offerta è ampia, il prezzo dovrebbe diminuire”, è il ragionamento di molti.

Marco Viola, presidente di Assoprol, l’organizzazione dei produttori olivicoli dell’Umbria, respinge però questa idea. “Associare il valore del nostro olio extravergine solo alla quantità di olive prodotte è riduttivo e ingiusto verso il lavoro degli olivicoltori”, afferma. “Il prezzo dell’olio deriva dal suo valore intrinseco, non dal mero volume di produzione, e collegarlo esclusivamente all’annata produttiva è una logica distorta anche dal punto di vista economico”.

Quest’anno, infatti, si prevede un incremento della produzione di olive del 30-40%, ma con rese di olio al frantoio inferiori di circa il 30% rispetto alla scorsa stagione. Ciò implica che, nonostante il maggior numero di olive portate al frantoio, gli olivicoltori tornano a casa con quantità simili o leggermente superiori di olio rispetto all’anno precedente, ma affrontando costi più alti, soprattutto per la lavorazione.

Viola sottolinea che “è essenziale valutare il prezzo dell’olio extravergine umbro basandosi su dati concreti e non su supposizioni o interessi di parte. I cambiamenti climatici rendono il lavoro degli olivicoltori sempre più complesso e rischioso, e il settore merita un riconoscimento adeguato per questi rischi aggiuntivi. È ora che il giusto valore dell’olivicoltura venga riconosciuto o ci ritroveremo a vedere i nostri uliveti trasformarsi in boschi abbandonati”.

Assoprol insiste anche sul fatto che il valore dell’olio umbro non può essere trattato come una semplice merce, influenzata solo dalla domanda e dall’offerta dell’annata. Va piuttosto considerato nel contesto della sua importanza culturale e storica, essendo legato alla ricca tradizione della regione, che i consumatori apprezzano e sono disposti a pagare se non viene sminuito da offerte eccessivamente basse nei supermercati.

Nonostante l’aumento dei prezzi registrato nella scorsa campagna, i dati di mercato mostrano che i consumi di oli DOP e IGP sono rimasti stabili, a conferma del fatto che esiste ancora spazio per un olio di qualità venduto a prezzi che valorizzino l’intera filiera produttiva.

“Il valore dell’olio è riconosciuto dai consumatori, ma non da tutti gli operatori della filiera, troppo concentrati sul prezzo come unico strumento di marketing”, conclude Viola. “Se continueranno a ignorare la dignità degli olivicoltori e a spingere per prezzi insostenibili, rischiamo l’abbandono dell’olivicoltura umbra. E noi non resteremo a guardare”.