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Se dobbiamo dar retta ai sondaggi, le pesanti critiche che sta subendo fanno bene alla destra che rimane vicinissima al 30 per cento delle preferenze, mentre il Pd fa un passo indietro rispetto alle europee: perde più di un punto in percentuale e si attesta poco al di sotto del 23 per cento. In che modo si spiega questo fenomeno in un momento in cui il governo ha i suoi tanti grattacapi?
Come, ad esempio, la manovra finanziaria, il salario minimo, la sanità, la scuola, il dissidio continuo fra i tre partiti della maggioranza, lo ius scholae, le tasse sui super profitti delle banche, adesso pure il bonus che potrebbe essere ripescato sia pure a metà di quello precedente?
I commentatori politici fanno mille ipotesi, ma nessuna spiega chiaramente che cosa stia succedendo agli elettori del nostro Paese.
Informazione di destra o di sinistra?
Ci si arrampica sugli specchi, dando ragione all’una o all’altra delle tante ipotesi a seconda di quanto sia a destra o a sinistra l’informazione.
Diamoci allora una zappa sui piedi parlando dei giornali di oggi. Si va alla ricerca non della notizia verificata mille volte, ma del cavillo che fa male a quanti la pensano diversamente.
Puntiamo gli occhi in specie sui talk show. Il dibattito non è mai tranquillo, ci si azzuffa mentre il conduttore interviene a seconda dei casi. Non per bacchettare chi ha trasgredito il political correct, ma per favorire l’uno o l’altro dei contendenti.
Dimenticando l’abc del giornalismo: quello di essere “terzi”.
Lo strepito in tv non aiuta
A farla breve, mentre si biasimamo quegli uomini politici che invece di conversare civilmente se le danno di santa ragione, così i colleghi invitati in tv strepitano e si accusano nemmeno fossero inquilini di Montecitorio o di Palazzo Madama.
Dove si nasconde il “mistero”? Come mai la forza politica che viene subissata dalle critiche continua ad avanzare nei sondaggi?
La verità è che ormai la gente non si fa più incantare dalle frasi ad effetto o dai proclami politici che definiremmo pubblicitari.
Chi va alle urne (non molti in verità) ha un suo pensiero ben preciso e sa a chi dare la preferenza, non certo a colui il quale ha saputo alzare la voce più dell’avversario. I social (i più seri) hanno invaso il “mercato”, le fonti di informazione sono tante e non si può sfuggire quando si dice la verità o una falsità.
In questi ultimi giorni, si parla molto di spioni, di persone o formazioni che riescono ad entrare in un sistema capace di mettere il becco negli affari altrui e poter così ricattare (come potremo definirlo altrimenti?) gli uomini o le donne finite in questo infernale marchingegno. Perugia, Bari sono le due città che stanno riempendo le pagine dei giornali.
“Peccato che a finire in questo tritacarne sia soltanto la destra”, strillano i difensori della maggioranza. Ma il problema vero è un altro, ben più grave: come si può arrivare a tanto? Possibile che non ci sia nessun sistema in grado di frenare un simile malcostume (per usare un eufemismo)?
Addirittura, in una cittadina in provincia di Bari, un semplice impiegato di banca ha potuto “indagare” su centinaia di persone. Da solo? Come è arrivato a tanto? Ci sono dei burattinai dietro di lui? Ed è su questi interrogativi che nasce una nuova polemica nei Palazzi.
Comunque sia e qualunque sia la verità, i politici invece di lanciare accuse e contumelie contro gli avversari farebbero bene a sedersi attorno ad un tavolo per cercare un rimedio immediato ed efficace. I sondaggi non sono di destra o di sinistra, non fanno bene a quelle coalizioni che vengono prese più di mira.
E’ l’opinione pubblica ad essere stanca di questo andazzo. I colpevoli vengano ricercati ed accusati, altrimenti nessuno più crederà ai parlamentari ed all’esecutivo, ma si farà una idea propria ed il Paese diventerà ondivago.
Al movimento 5Stelle per un periodo, ai Fratelli d’Italia per un altro arco di tempo. Senza la costruzione di un futuro che dia almeno segnali di ottimismo all nazione in cui viviamo.
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