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Follonica (Grosseto). Un viaggio dentro le ultime parole di Eugenio Allegri, raccolte nel libretto “Riflessioni circa il ruolo presente e futuro di un teatro comunale in Italia”, datato maggio 2002, pochi giorni prima del decesso dell’artista: questo libretto adesso è diventato uno spettacolo, ennesimo omaggio a Eugenio Allegri, autore, attore e indimenticato direttore artistico del Teatro Fonderia Leopolda di Follonica.
Lo spettacolo nasce da una residenza artistica proprio nel teatro Fonderia Leopolda, svolta dal 18 al 23 marzo scorso e che dal 17 al 20 ottobre termina con la rappresentazione pubblica intitolata “Il pennacchio mio” (citazione dall’amatissimo copricapo con pennacchio che Allegri indossava alle rappresentazioni del Cirano di Bergerac).
Lo spettacolo andrà in scena domenica 20 ottobre, alle 21.15, al Teatro Fonderia Leopolda di Follonica.
Componenti della residenza teatrale, la cosiddetta famiglia “artistica” dell’attore torinese: Alessia Donadio, attrice e docente di teatro, Marco Gobetti, attore in scena con Allegri in ben 150 repliche de “Il nome della rosa” di Umberto Eco, Susanna Teodoro, illustratrice, e Alessandro Bigatti, storico collaboratore e tecnico dello spettacolo cult “Novecento”, portato in giro per il mondo per oltre 25 anni.
“Il Pennacchio mio” è realizzato grazie a un’analisi del libretto del filosofo Michele Martelli, che così diventa un viaggio, una rappresentazione da cui traspare la tensione poetica di una vita passata ad agire il teatro, quale motore possibile di un rinnovamento culturale e sociale e la necessità di riflettere sul lavoro, sul potere e su libertà autentiche.
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