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A Catanzaro la panchina è rovente e Fabio Caserta non può certo sorprendersi.
Avvio bruciante di carriera alla Juve Stabia con la promozione in serie B, annata 2018 -‘19 : ci sono Salvatore Elia, Canotto, il danese Troest, il brasiliano Mezavilla e il raffinato Calò in regia. Con la partecipazione straordinaria di Paponi, prendono a pallate tutti : 4-0 alla Viterbese sia all’andata che al ritorno, 4-0 alla Sicula Leonzio, al Potenza e al Matera, 3-0 al Catanzaro e al Siracusa. Chiudono il girone d’andata a +7 sulla seconda, poi gestiscono. Lui vince il premio Panchina d’Oro: “Io penso al calcio 24 ore al giorno e lavoro 20 ore. Nessuno mi ha mai regalato niente, sono partito dal basso. Quello che ho ottenuto è solo frutto dei sacrifici miei e della mia famiglia. Mi piace il 4-3-3, ma dipende dalle caratteristiche dei giocatori. Modelli ? Apprezzo Antonio Conte che è stato mio allenatore. Ha dato un’impronta alle squadre e i giocatori lo seguono. Farsi seguire per un allenatore è importante ed è difficile”.
Avvertono il salto nella cadetteria e fanno 1 punto nelle prime 6. Rimontano subito, trascinati dai 17 gol dello Squalo Forte e uno (decisivo) lo segna il portiere : si chiama Ivan Provedel. All’ultima la gara spareggio si gioca a Cosenza : 3-1 per loro, retrocedono senza passare dai playout . Lo arruolano nell’ambizioso Perugia e lui da Castellammare si porta Salvatore Elia, che segna 8 (otto) gol. In mezzo al campo la direzione artistica è di Burrai, coadiuvato da Sounas . In attacco ci pensano Murano, Minesso, Bianchimano e l’indistruttibile Melchiorri : “A 6 giornate dalla fine non eravamo primi, ma io ci credevo “. Sprintano ai danni di Padova e Sudtirol . Aveva ragione lui, sorride . Davvero.
Cerca poi di rilanciare il Benevento, dove ritrova Calò e lo Squalo Forte, oltre al solito Salvatore Elia : li porta ai playoff per la serie A, ma non se lo ricorda nessuno. Poi il secondo anno partenza anonima, ma cos’è successo ? “ Ho capito alla prima di campionato come sarebbe finita. Ero un separato in casa e non c’era più fiducia in me. Tutti abbiamo fatto errori, quindi anch’io”. Cacciato lui dopo 6 partite e 7 punti, il Benevento va in picchiata, accompagnato da 3 allenatori diversi. Chiude ultimo .
Il Cosenza invece lo ha esonerato a 9 gare dalla fine : 34 punti in 29 partite, una bella prestazione a Parma contro la capolista, seguita da due partite in casa senza segnare e 1 solo punto (dolorosa la sconfitta nel derby col Catanzaro) : “Al Cosenza l’obiettivo era la salvezza. Poi siamo andati oltre le aspettative . L’esonero è avvenuto quando eravamo a +4 dalla zona playout e a -3 dalla zona playoff “.
E senza di lui, almeno aritmeticamente, nulla cambierà.
Al Catanzaro quest’anno per Fabio Caserta c’è un bel problema : l’eredità umana e calcistica di Vivarini. Si è chiuso il ciclo di una squadra che ha vinto incantando tutta Italia. Serve tempo, soprattutto quando cambi mezza squadra e punti sui giovani. Caserta ha schierato la “sua” difesa a 4, ma quando ha switchato sul 3-5-2, si è visto il miglior Catanzaro.
“Per realizzare un progetto nel calcio non basta un anno” .
Sapete chi l’ha detto ?
Vincenzo Vivarini
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