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CROTONE E’ giunta a sentenza la vicenda processuale che contestava il sistema di assegnazione della gestione della piscina olimpionica della città di Crotone. Il Tribunale, oggi, ha assolto l’ex sindaco Ugo Pugliese, gli ex assessori comunali Giuseppe Frisenda e Salvatore De Luca, ed i rappresentanti del consorzio Daippo, Daniele Paonessa ed Emilio Ape. Condanna, invece, per falso ideologico e peculato distrattivo degli ex dirigenti comunali Gianfranco De Martino (4 anni e 10 mesi) e Giuseppe Germinara (1 anno 9 mesi e 10 giorni).
L’inchiesta e la richiesta del pm
Il pubblico ministero, Alessandro Rho, dinanzi al Tribunale di Crotone aveva ricostruito le contestazioni mosse nei confronti degli imputati nel processo di primo grado, scaturito dall’inchiesta sulla gestione della piscina olimpionica. La vicenda portò, nel 2019, alla caduta dell’allora amministrazione comunale di Crotone guidata dal sindaco Ugo Pugliese. Il pm ha invocato sei condanne e un’assoluzione nei confronti dei sette imputati che rispondono, a vario titolo, di abuso d’ufficio, turbativa d’asta e falso. I reati contestati sono relativi a fatti avvenuti nel 2018 e riguardano l’affidamento della piscina comunale, che sarebbe avvenuto senza un regolare bando pubblico. Si sarebbe proceduto – secondo l’accusa – all’affidamento diretto non tenendo conto delle leggi che regolano la materia. Per l’ex sindaco di Crotone, Ugo Pugliese, l’accusa ha chiesto la condanna ad 1 anno e 6 mesi; per Gianfranco De Martino, ex dirigente del settore Lavori pubblici la richiesta formulata è di 5 anni e 8 mesi di carcere; per l’ex dirigente dell’area tecnica, Giuseppe Germinara sono stati chiesti 3 anni; per l’ex assessore all’Urbanistica, Salvatore De Luca, 1 anno e 6 mesi mentre per l’ex assessore allo Sport, Giuseppe Frisenda, 1 anno e 9 mesi. Infine, per Daniele Paonessa, già delegato del Coni provinciale, la richiesta di pena invocata dal pm è di 1 anno e 2 mesi. L’assoluzione era stata chiesta per Emilio Ape, ex funzionario del Comune.
Il commento dell’avvocato Verri
Soddisfatto al termine della lettura del dispositivo l’avvocato Fancesco Verri, legale di Paonessa e Ape: rappresentanti del consorzio Daippo. «La turbativa d’asta (tecnicamente: turbata libertà del procedimento di scelta del contraente) non era reato, nei casi di affidamento diretto, già nel 2018, quando furono assunte le delibere contestate. Quell’orientamento si è poi consolidato ancora e quindi il Tribunale ha assolto tutti gli imputati nonostante il pubblico ministero abbia insistito anche oggi per la condanna. Sull’altro reato, l’abuso d’ufficio, quest’estate è caduta la scure dell’ abrogazione. Ma la Corte dei Conti aveva già escluso il danno del Comune e dunque, a mio giudizio, il fatto non solo non è più previsto dalla legge come reato ma non sussiste. Naturalmente, la soddisfazione è massima». (f.b.)
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