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Il principio ne bis in idem, di derivazione latina, significa letteralmente “non due volte per la stessa cosa”. Applicato al diritto tributario, garantisce che nessun contribuente possa essere sottoposto a una duplice sanzione o procedura per lo stesso fatto impositivo. Questo principio riveste un’importanza cruciale nel sistema fiscale, offrendo protezione ai contribuenti contro eccessi o abusi di potere da parte dell’amministrazione finanziaria. Tuttavia, l’applicazione di questo principio non è sempre lineare, e numerose eccezioni e interpretazioni giurisprudenziali ne influenzano la portata. Esaminiamo in dettaglio la struttura normativa e giurisprudenziale che disciplina il ne bis in idem nel contesto fiscale.
Il principio ne bis in idem: fondamenti giuridici
Il principio ne bis in idem trova riconoscimento sia a livello internazionale che nazionale:
Art. 4 del Protocollo 7 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU): Stabilisce che nessun individuo può essere processato o condannato penalmente più volte per lo stesso fatto;
Art. 50 della carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea: Ribadisce il diritto a non essere perseguiti due volte per lo stesso reato;
Art. 649 del Codice di Procedura Penale: Esplicita il divieto di un secondo giudizio penale per i medesimi fatti già giudicati in via definitiva.
Inoltre, l’art. 9-bis della Legge n. 212/00, introdotto dal D.Lgs. n. 219/23 prevede quanto segue:
“Salvo che specifiche disposizioni prevedano diversamente e ferma l’emendabilità di vizi formali e procedurali, il contribuente ha diritto a che l’amministrazione finanziaria eserciti l’azione accertativa relativamente a ciascun tributo una sola volta per ogni periodo d’imposta”
In ambito tributario, il principio ne bis in idem garantisce che il contribuente non possa essere sottoposto a sanzioni amministrative o penali multiple per la stessa infrazione fiscale. Questo principio ha avuto importanti sviluppi in Italia, in particolare con la giurisprudenza della Corte di Cassazione e della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che hanno rafforzato le tutele per i contribuenti.
Giurisprudenza internazionale e criteri “Engel”
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha elaborato una serie di criteri, noti come “criteri Engel”, per determinare se una sanzione amministrativa possa essere equiparata a una sanzione di natura penale. Questi criteri includono:
La qualificazione formale della sanzione come penale o amministrativa secondo il diritto nazionale;
La natura della violazione e della sanzione imposta;
La gravità della sanzione applicata.
Questi parametri hanno permesso di espandere l’applicazione del ne bis in idem anche alle sanzioni amministrative di particolare severità.
Applicazione in ambito tributario
Nel diritto tributario, il principio del ne bis in idem viene regolarmente invocato nei casi in cui sanzioni amministrative severe siano combinate con procedimenti penali per lo stesso illecito fiscale. Ad esempio, la C…
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