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Le imprese che decidono di investire in investire in tecnologie “green” hanno un evidente vantaggio nel reclutamento di nuove figure professionali e, nelle aziende con un minimo di struttura organizzativa, anche una crescita netta dell’occupazione. È quanto emerge dal recente rapporto del MASE “La situazione energetica nazionale nel 2023”.
Tra le varie sezioni in cui è articolato il volume, un focus interessante concerne gli investimenti in tecnologie green e domanda di lavoro. La Relazione sulla situazione energetica nazionale è un documento di natura consuntiva. La relazione è stata redatta da un gruppo di lavoro appositamente costituito presso la Direzione generale fonti energetiche e titoli abilitativi (DGFTA1) del Dipartimento energia del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, formato da rappresentanti istituzionali e settoriali con esperienza riguardo ai temi trattati.
Imprese e investimenti verdi
L’analisi si basa sui dati della VI Rilevazione su Imprese e Lavoro (RIL) condotta dall’INAPP nel 2022 su campione rappresentativo di circa 30.000 società di persone e di capitali operanti nel settore privato extra-agricolo. Ebbene, circa il 15% delle imprese intervistate dichiara di aver investito in almeno una tecnologia “verde” tra il 2019 e il 2021.
Tali imprese sono soprattutto grandi unità produttive (60%), operano nelle Regioni del Nord-Ovest e Nord-Est (16.5% e 17.3%). Oltre ad essere specializzate nella manifattura (22%) e nel settore dell’energia, gas, rifiuti, Utilities (24%). Per quanto riguarda gli investimenti green, l’intensità della transizione appare marginale se consideriamo l’intero sistema produttivo: l’1.7% del totale investimenti. La quota di finanziamento verde è oltre il 5% per le realtà produttive con oltre 50 dipendenti e raggiunge il 4.5% nel comparto dell’energia e delle public utilities.
Spesa green e lavoratori
Altro capitolo, la spesa green in rapporto al numero di lavoratori. A fronte di una media totale pari a circa 174 euro pro-capite, la relazione sottolinea che l’investimento nelle grandi aziende arriva a circa 821 euro per dipendente, una cifra analoga a quella finanziata dalle imprese operanti nel settore dell’energia (826).
Resta il fatto che la transizione energetica ha una debole capacità di penetrazione nelle microimprese e in quelle operanti nelle regioni del Centro e del Meridione. La quota media di posizioni lavorative vacanti nel 2022 è circa il +3.9% rispetto al numero di dipendenti per l’economia nel suo insieme. La ricerca del personale è poi relativamente concentrata tra le piccole imprese (+4%). Da un punto di vista geografico, si concentra nelle regioni del Nord (+4.3% e +4.6%) e nel comparto delle Costruzioni (+6.7%).
Le nuove figure professionali per le imprese green
Le tecnologie verdi offrono notevoli opportunità professionali, visto che la quota media di assunzioni nel 2021 è pari a circa a +23.8% per il totale del campione. La proporzione di attivazioni di rapporti di lavoro è significativamente più elevata nelle regioni meridionali (+28%) rispetto al resto del Paese. Si conferma, inoltre, una domanda di lavoro particolarmente elevata tra le piccole imprese e in quelle specializzate nelle costruzioni (+29%). Nelle realtà produttive con oltre 10 addetti crescono i posti di lavoro dipendente, soprattutto al Sud (3.9%) e nei settori dell’energia (6.6%) e delle costruzioni (6.7%). Un trend che trascina la crescita dell’occupazione in aggregato (+3%) La dinamica è più contenuta tra le microimprese (+1.2%), nelle regioni del Centro (+2.1%) e nei servizi (2%).
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