Dalla truffa della «macellazione dei maiali» fino al «sextortion». I complessi in cui il traffico di umani porta a truffare persone in tutto il mondo genera ogni anno miliardi di dollari, un fenomeno che non conosce limiti
Le truffe informatiche che partono dal sud-est asiatico sono in continua evoluzione. Nel mirino il patrimonio di persone che in buona fede perdono parte o tutti i loro risparmi, attraverso l’ingegneria sociale messa in pratica da persone che il più delle volte sono loro stesse vittime di traffico umano. Tra le truffe più diffuse, il cosiddetto pig butchering o «macellazione del maiale». In questo caso, il truffatore instaura una relazione di fiducia con la vittima, che viene persuasa ad investire i risparmi in piattaforme truffaldine. Ma non è tutto.
Si tratta di un trend in continuo aumento e perfezionamento. Di recente, l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) ha condiviso un documento, il Rapporto di Convergenza del Crimine Organizzato Transnazionale 2024, in cui viene illustrato come l’intelligenza artificiale abbia portato ad un incremento delle truffe, ora in rapida crescita. In particolare grazie all’Ia generativa e ai deepfake, i truffatori riescono ad aumentare la propria efficacia, anche perché il livello di difficoltà per realizzare, ingegnare e attuare un inganno simile, viene ridotto. In precedenza gli ostacoli linguistici rendevano un po’ più semplice l’individuazione di malintenzionati. Ora con l’IA serve poco tempo per creare da zero immagini di persone con voci verosimili e con meno errori ortografici. E ancora: sono state messe a punto nuove tecniche per sottrarre criptovalute oppure acquistare sistemi per accedere ad Internet da satellite, come ad esempio i satelliti StarLink. Di questi, ne sono stati sequestrati dalla polizia in queste regioni geografiche fino a 80 per tali motivi.
I modelli di traffico umano iniziati in principio da criminali cinesi attraverso strutture disseminate in Laos, Myanmar, Cambogia (di cui abbiamo già parlato in passato) hanno portato a numeri record. In quel che può essere definito un nuovo metodo di schiavismo, le persone trattenute contro la propria volontà e obbligata a condurre truffe sono in totale circa 200.000 e in arrivo da almeno 60 Paesi. Ma un reportage di Wired ha illustrato come questo fenomeno si stia estendendo anche al resto del mondo, dall’America Latina al Medio Oriente, fino all’est Europa. Tutto questo, secondo le stime pubblicate sul Times, avrebbero portato nelle casse dei criminali circa 75 miliardi di dollari a livello globale negli ultimi 4 anni, convertiti in criptovalute. Un bottino di proporzioni enormi, ma che non arriva solamente dalla «macellazione dei maiali»
Tra le truffe e gli attacchi portati avanti, troviamo anche impersonificazioni, sextortion, compromissione di e-mail aziendali, truffe sul recupero dei beni, rapimenti virtuali. In particolare i modelli di apprendimento automatico consentono di realizzare deep fake sempre più credibili, come uno scambio di volti in tempo reale sempre più «naturale». In questo modo è più semplice perpetrare attacchi e ingannare le vittime, che si fideranno di chi e ciò che vedranno. Solo in queste regioni, si possono contare fino a 37 miliardi di dollari ottenuti attraverso attività criminali, affermano le Nazioni Unite. Parte «del merito» anche ai satelliti StarLink in mano ai criminali. Grazie a questi strumenti è possibile garantire connessioni più stabili rispetto a quelle disponibili nei diversi Paesi. Inutile dire che gli strumenti per mettere in atto le frodi vengono reperiti perlopiù nei canali illeciti di Telegram.
«Le reti criminali agili stanno integrando queste nuove tecnologie più velocemente del previsto, spinte da nuovi mercati online e fornitori di servizi che hanno potenziato l’economia dei servizi illeciti» sostiene John Wojcik, analista regionale dell’UNODC, che prosegue: «Questi sviluppi non solo hanno ampliato la portata e l’efficienza delle frodi e dei reati informatici abilitati dalla cyber-informazione, ma hanno anche abbassato le barriere all’ingresso per le reti criminali che in precedenza non avevano le competenze tecniche per sfruttare metodi più sofisticati e redditizi». Tutto l’insieme di questi elementi, tattiche e nuove competenze, hanno portato ad un quadro che non promette un futuro roseo: «È ormai sempre più chiaro che si è verificato uno spostamento e una ricaduta potenzialmente irreversibili in cui la criminalità organizzata è in grado di scegliere, selezionare e spostare valore e giurisdizioni a seconda delle necessità, con la situazione risultante che supera rapidamente la capacità dei governi di contenerla», hanno scritto i funzionari delle Nazioni Unite nel rapporto. «Il fallimento nell’affrontare questo ecosistema avrà conseguenze per il Sud-est asiatico e altre regioni».
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