Sono state necessarie poche, brevi ma potenti esplosioni per abbattere, questa mattina a Sparone, l’ultimo diaframma della galleria realizzata da Smat per collegare il costruendo “Grande Acquedotto della Valle Orco” tra i due versanti della collina che separano Sparone da Locana, dove si trova il potabilizzatore che dà origine all’impianto.
I lavori della galleria hanno richiesto tre mesi, è lunga 295 metri e per scavarla sono state necessarie due cariche al giorno per progredire di 2,5 metri quotidiani. La galleria permetterà il passaggio della condotta principale della grande opera idrica di Smat, della fognatura e dei cavi dati. Si tratta di un tassello di un progetto finanziato con il Pnrr per 129 milioni di euro e con fondi propri della Smat per 125 milioni che si dovrà concludere necessariamente nel 2026 e che da diversi mesi sta impegnando molte strade della pianura Canavesana per la posa delle tubature di collegamento. Saranno, infatti, ben 48 comuni a beneficiare dell’acqua raccolta dal grande acquedotto della Valle Orco.
Per quanto riguarda i numerosi cantieri che creano non pochi disagi alla viabilità del territorio, il presidente di Smat Paolo Romano spiega: «Comprendiamo bene le difficoltà delle persone e sono certo che molti canavesani capiscono la necessità di questi lavori. Differentemente da altre opere simili in passato noi abbiamo l’obbligo di concludere i lavori in un tempo prestabilito, ovvero entro il 2026, pena la perdita dei fondi europei e parliamo di almeno 96 milioni di euro in gioco. Io confido che chiuderemo tutti i cantieri entro la fine del 2025 se non addirittura prima. Anche, perché, dopo la posa della dorsale dovremmo occuparci dei collegamenti locali con ognuno dei 48 comuni serviti».
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