Immagina la scena: hai una moto che ti accompagna da oltre un decennio, con la quale hai condiviso viaggi e avventure indimenticabili. Poi, però, arriva la legge cinese, e la tua fedele compagna deve essere demolita, semplicemente perché ha superato i 13 anni o ha percorso più di 120.000 chilometri. Una realtà difficile da accettare per i motociclisti cinesi, ma una norma ormai rigida e inesorabile: o nuova o nulla.
Il nuovo volto dell’industria motociclistica cinese
Perché questa decisione così drastica? La Cina sta puntando sulla crescita e innovazione della propria industria motociclistica. Con modelli sempre più competitivi, prodotti a basso costo per il mercato interno e per l’export, il governo di Pechino ha deciso di incoraggiare il ricambio continuo dei veicoli, riducendo al contempo l’impatto ambientale. Questo approccio favorisce non solo la vendita di nuove moto, ma anche una maggiore efficienza energetica. In questo modo, la Cina cerca di conciliare una mobilità più sostenibile con una spinta all’economia interna.
Le rigide regole di demolizione: età, chilometraggio e emissioni
La normativa è chiara: ogni moto con oltre 13 anni di vita o con più di 120.000 chilometri va demolita, indipendentemente dalle sue condizioni. In Cina, persino l’emissione di gas rappresenta un criterio severo: un mezzo che fallisce tre volte al controllo delle emissioni viene automaticamente destinato alla rottamazione. Questo tipo di restrizione sembra inimmaginabile in Europa, dove i motociclisti hanno spesso un rapporto affettivo con i loro mezzi e apprezzano proprio i modelli più vecchi, ricchi di storia e carattere.
I costi bassi favoriscono il ricambio frequente
A differenza di quanto avviene in Europa, in Cina le moto di nuova generazione sono vendute a prezzi molto più accessibili. Si parla di modelli che, per il mercato interno, si attestano sui 4.000 euro, mentre esportati possono arrivare a costare anche il doppio. Questa accessibilità permette ai consumatori cinesi di aggiornare i loro mezzi con maggiore frequenza, rendendo meno pesante il sacrificio delle “vecchie” motociclette.
Un prezzo alto per l’ambiente e la passione per le due ruote
Nonostante le intenzioni ecologiche, questa politica non è priva di critiche: migliaia di moto ancora funzionanti vengono mandate alla demolizione, alimentando un dibattito acceso. Demolire moto in buone condizioni è davvero la soluzione migliore per ridurre l’inquinamento? O sarebbe più saggio promuovere la manutenzione e il riuso? La Cina, con le sue normative ferree, offre uno spunto di riflessione per il resto del mondo su come le politiche di mobilità possano influenzare non solo l’economia, ma anche la cultura e la passione per la moto.
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