«Luoghi che violano i diritti umani e sono un disastro per le finanze pubbliche». Un’analisi dura e senza sconti quella sui Centri di permanenza per i rimpatri che viene fuori dall’aggiornamento 2024 di “Trattenuti. Una radiografia del sistema detentivo per stranieri”, report realizzato da ActionAid e dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari. E mentre si scatena la polemica politica e di opinione attorno ai Centri di trattenimento realizzati dall’esecutivo Meloni in Albania e l’attività dei quali è stata sostanzialmente bloccata dall’intervento della magistratura, aprendo anche un fronte di scontro tra le toghe e la maggioranza di governo, il rapporto sottolinea come le strutture attive in Italia siano «il reale modello di disumanità e gestione incontrollata per le nuove aperture».
La bocciatura
Un fallimento sostanziale per tutto il sistema per come è pensato e che riguarda anche i Cpr di Bari e Brindisi Restinco nell’analisi di ActionAid e del Dipartimento di Scienze Politiche della “Aldo Moro” che tocca il cuore della questione attraverso la elaborazione di una lunga serie di dati. Tra il 2018 e il 2023, il Centro di permanenza barese ha registrato una media giornaliera di 50 presenze e 679 ingressi di media ogni anno, 599 nel corso dell’anno passato. Il tempo medio di permanenza è stato per ognuno di 33, 3 giorni, più basso del dato nazonale, ma nel 2023 ha toccato quota 40 giorni. La percentuale di ingressi dal carcere (19,1%) è superiore di oltre tre punti percentuali rispetto alla media nazionale nel periodo 2018-2023 e ancor maggiore quella del 2023 che si attesta al 23%. Pure l’incidenza dei richiedenti asilo (22,9%) è leggermente più alta della media nazionale nel quinquennio preso in esame, ma nell’ultimo anno raggiunge ben il 36%. Più bassa di oltre nove punti percentuali della media nazionale del periodo è la percentuale di rimpatri eseguiti dal Cpr di Bari, il dato non va oltre il 38,2%e e in particolare nel 2023 raggiunge solo il 16%. Più alta invece la percentuale di uscite per provvedimento dell’autorità giudiziaria, che rappresentano il 30% degli ingressi tra 2018 e 2023 e ben il 37% nell’ultimo anno. Quella di Bari è una delle strutture che ha trattenuto, facendo somma con Caltanissetta, Roma e Torino, il 67% degli oltre 50mila stranieri transitati per i Cpr dal 2014 al 2023: 5730 detenuti, l’11% degli ingressi in Italia. Scendendo più a Sud di Bari, l’attenzione di “Trattenuti” si punta sul Centro di Brindisi Restinco. Il quale ha registrato una media di 33 presenze giornaliere e di 241 ingressi annuali, soltanto 91 nel 2023. I posti effettivamente disponibili nell’ultimo biennio (2022-2023) sono solo 14, il dato più basso a livello nazionale. Nel Cpr brindisino entrano molti detenuti: la percentuale di ingressi dal carcere (31,8%) è di gran lunga più alta rispetto alla media nazionale. Il tempo di permanenza medio è stato di 52 giorni, molto al di sopra del dato nazionale, e l’incidenza dei rimpatri pari al 49%. Il Centro di Brindisi di fatto funziona come una propaggine del carcere. Il dato si spiega probabilmente con la stessa configurazione materiale della struttura, che, posta all’interno di un complesso polifunzionale circondato da alte mura e presidiato militarmente, situato in aperta campagna, potrebbe renderlo idoneo ad ospitare ex detenuti.
I costi
La presenza dei richiedenti asilo (22,5%) è invece in linea con il dato nazionale, ma si alza sensibilmente nel 2023 quando è pari al 26% degli ingressi. Significativamente più alta la percentuale di uscite per decorrenza dei termini di trattenimento, che raggiunge il 20% degli ingressi nel periodo. Il rapporto di ActionAid e Università di Bari rimarca anche i costi esorbitanti dei Cpr e la loro gestione spesso incontrollata. Nel quinquennio osservato, il Centro di Bari ha avuto un pro-capite pro-die medio di 34,08 euro, leggermente superiore a quello nazionale e nello stesso periodo il costo complessivo della struttura è stato di oltre 8 milioni di euro, di cui il 28,4% per le sole spese di manutenzione straordinaria. Nel 2023 il Cpr di Bari è costato complessivamente oltre 2 milioni di euro, per un costo medio di un singolo posto pari a poco meno di 24 mila euro, oltre 4 milioni nell’ultimo biennio. Tra 2018 e 2023, il Centro di permanenza per i rimpatri r di Brindisi ha avuto un pro-capite pro-die medio di 36,33 euro, sopra la media nazionale. In cinque anni la struttura è costata nel complesso oltre 10 milioni di euro. Oltre il 24% di tale spesa è andata in costi di manutenzione straordinaria. Nel 2023 il Cpr di Restinco è costato 800mila euro, un dato che porta nel biennio 2022/2023, il costo medio di un posto a superare i 71mila euro.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui