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Dossieraggi dati rubati, pm Milano: “vendita anche all’estero”/ Banda hacker: coinvolti, accuse e obiettivi – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


LA MAXI INCHIESTA A MILANO SULLE BANCHE DATI RUBATE: SCOPPIA IL TERZO SCANDALO DOSSIERAGGI?

Se nel giro di poco più di un mese ben tre inchieste separate e distinte arrivano a formulare presunti dossieraggi e dati rubati, con spiati le più alte cariche dello Stato – dal Presidente Mattarella alla Premier Meloni fino al Presidente del Senato La Russa – vuol dire che un serio problema c’è e va oltre il già pericolo di hackeraggi che si espande con il progredire della tecnologia. L’ultima inchiesta svelata ieri a Milano dal pm della Direzione Antimafia Francesco De Tommasi vede una presunta rete di hacker che avrebbe composto spionaggio industriale su larga scala clonando o comunque utilizzando in maniera illecita indirizzi email, dati bancari, dati sotto privacy con anche possibili cessioni di dati all’estero: coinvolgimento, se dimostrato, di agenzie d’intelligence, apparati ad alto livello e criminalità organizzata.



Un’inchiesta insomma che potrebbe fare detonare ulteriormente la già delicata vicenda tra politica e magistratura dopo i due casi dossieraggi Striano-Laudati e Intesa Sanpaolo (dove un ex dipendente spiava conti correnti di Ministri, vip, forze dell’ordine e altri magistrati). Da Milano a Perugia fino a Bari, la rete dei dossieraggi per il momento non vede legami tra le varie inchieste se non per l’obiettivo di fondo: lo “spionaggio” contro molte cariche politiche, dall’account mail del Quirinale fino a varie figure del Governo Meloni, in questa inchiesta milanese è ancora agli inizi ma già tra arresti e intercettazioni rischia di alzare non pochi “polveroni” nel settore della protezione dati. «Situazione inquietante per i possibili scenari che apre», ha detto il pm De Tommasi oggi in conferenza stampa provando a spiegare cosa avveniva con i dati rubati e la presunta vendita all’estero.



ARRESTI, ACCUSE E OBIETTIVI SVELATI: COSA È EMERSO FINORA SULL’INCHIESTA CONTRO GLI HACKER

Mille pagine di inchiesta, già diversi arresti, imprenditori e responsabili nelle forze dell’ordine sotto inchiesta, account e-mail di Mattarella hackerato, dossier su La Russia e figli, possibili dati rubati tanto alla politica quanto al mondo dell’industria italiana: un “verminaio” rischia di essere stato svelato dalla lunga indagine dei Carabinieri di Varese, della Dia di Milano e dalla Procura Nazionale Antimafia di Melillo, che già indaga a sua volta sul caso dossieraggi del sottotenente Pasquale Striano.


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Il network di “spie” questa volta – per l’accusa – sarebbe rappresentato dal “super poliziotto” Carmine Gallo, presunto “braccio operativo” (secondo le fonti dell’ANSA) di Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera e titolare di Equalize, È questa stessa società di investigazione ad essere, per la Dia, perno di dossieraggio industriale: nell’inchiesta vi sarebbero innumerevoli obiettivi tra politici, magistrati e imprenditori, con un lungo network di banche dati “rubate” alle forze dell’ordine nel corso di anni. Con profitti illeciti da oltre 3 milioni, l’inchiesta di Milano sui “nuovi” dossieraggi sarebbe appunto solo all’inizio: indagati al momento anche Leonardo Maria Del Vecchio (figlio del fondatore di Luxottica), il banchiere Matteo Arpe e altri imprenditori con l’accusa di “concorso in accesso abusivo a sistemi informatici”. I rispettivi legali sottolineano che da quanto emerso finora il rischio è che gli indagati, quantomeno Del Vecchio, possano essere più che altro vittime del sistema di network che non “complici” o “mandanti” di tali dossier.

COSA DICE IL GOVERNO MELONI SUI DOSSIERAGGI: “UN PERICOLO PER LA DEMOCRAZIA”

Come ha subito spiegato il Ministro della Giustizia Carlo Nordio nell’intervista odierna al “Corriere della Sera” è in corso un serio attacco alla democrazia dello Stato, con la pericolosità delle “bande di hacker e spioni” che potrebbe sì far parte di un unico grande complotto: «c’è una regia dietro, un indirizzo: è giusto parlare di complotto». Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dato immediato mandato al capo della Polizia Vittorio Pisani di acquisire quanto prima gli atti di indagine per poter poi avviare le immediate verifiche sulle migliaia di presunti «accessi abusivi alle banche dati del ministero o sull’utilizzo illecito delle stesse».

La Premier Giorgia Meloni parla di un continuo attacco allo Stato di diritto sul fronte dossieraggi, che sia contro cariche dello Stato o del Governo, qualcosa in termini di controllo non sta funzionando a dovere da anni ormai: la Commissione Antimafia si occuperà anch’essa del caso di Milano sui dati rubati non appena saranno disponibili le acquisizioni dell’inchiesta. Secondo l’ipotesi dei magistrati di Milano, la “banda di spie” avrebbe carpito immensa mole di dati (con anche cessioni all’estero) per produrre file classificati e dossieraggi, «godendo di appoggi di alto livello, in vari ambienti, anche quello della criminalità mafiosa e quello dei servizi segreti, pure stranieri», spiega ancora De Tommasi. Vi è un «pericolo per la democrazia», lo dice tanto il magistrato quanto oggi il vicepremier Antonio Tajani commentando l’inchiesta della Dia di Milano sui dati rubati.



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