GROSSETO. Il 29 novembre arriva il “Black Friday“, dove ci saranno sconti su vestiti, elettrodomestici e, sostanzialmente, su tutto quello che una persona possa desiderare. Sconti che, però, non tutti i titolari di attività commerciali accolgono a braccia aperte.
La moda degli sconti pazzi del venerdì nero ha preso piede in tutto il mondo, anche nella nostra provincia. Ma non tutti i negozianti del centro storico parteciperanno al “Black Friday”. Il motivo è proprio la vicinanza ai saldi di gennaio e anche per rispetto dei clienti che si servono da loro tutto l’anno.
Tutti i negozi Poli, i negozi Parronchi, la Boutique Santini, il negozio Blanchard e anche I-Polo non parteciperanno agli sconti del venerdì nero.
«Ho deciso di non aderire perché non lo trovo giusto verso i clienti che ci scelgono sempre, visto che vengono anche nei fine settimana precedenti quando non ci sono sconti – dice Patrizio Poli – È una questione di rispetto verso i nostri clienti».
Proprio per questo Patrizio ha messo dei cartelli sulle vetrine dei suoi negozi, dove spiega che non aderirà all’iniziativa di origine statunitense.
Alcuni negozi del centro storico hanno deciso di non aderire, altri invece di farlo in modo ridotto.
«Non farò il Black Friday perché ho già delle promozioni attive tutto l’anno e ho già dei prezzi contenuti. Chi viene da me ha già uno sconto di 3 euro per pagare il tagliandino del parcheggio – dice Alberto Macchi, titolare di I-Polo e Gotika – Poi credo che sia un modo per trovare un’occasione per chi vuole comprare qualcosa legato alla tecnologia».
Il venerdì nero negli Stati Uniti si svolge in un periodo di saldi: generalmente proprio fra ottobre e novembre iniziano gli sconti. Per esempio a New York City il giorno dopo il Ringraziamento (il thanksgiving day cade il 4° giovedì di novembre, ndr) iniziano i saldi. Insomma i negozianti americani cominciano con gli sconti proprio quel giorno. In Italia invece, i commercianti si trovano ad abbassare il prezzo anche per una settimana, per poi riportare tutto in linea e riabbassare tutto durante i saldi di gennaio.
«Credo che sia un sistema di vendita che va bene per le grandi piattaforme e per le grandi catene, per chi ha un’attività familiare è diverso – dice Carlotta Ciacci, della Boutique Santini – Io non lo trovo giusto verso i miei clienti fedeli, che da sempre vengono e comprano da noi. Proprio per questo da qualche anno ho smesso di aderire».
Della stessa opinione è Antonio Blanchard, dell’omonimo negozio. «Il settore risente degli sconti anticipati e non lo trovo serio verso i clienti che vengono sempre – dice – Un giorno devo fare uno sconto e il giorno dopo no, non credo che sia equo verso chi da sempre si veste da me».
Il Black Friday in misura ridotta
Altri negozianti, invece, hanno deciso di mettere in sconto il 29 novembre qualche linea o ciò che hanno di fine serie.
«Aderiremo in maniera ridotta, perché abbiamo dei marchi particolari – dice Enrica Petrucci, commessa della Profumeria Severi – Metteremo un 20% di sconto su un paio di linee dei nostri profumi».
C’è da sottolineare, però, che i negozi che hanno dei prezzi di fascia media si sentono quasi obbligati a partecipare al Black Friday, solo perché i negozi della grande distribuzione lo fanno e devono rimanere competitivi. Solo per non annegare in un mercato che non ammette errori. Per i piccoli commercianti la situazione è diversa e rischiano di non vendere per qualche settimana. Proprio per questo alcuni negozi hanno deciso di aderire in maniera ridotta.
«Io non posso togliermi la possibilità di vendita, anche se non trovo che sia giusto verso i miei clienti. Poi abbiamo le mani un po’ legate dalla grande distribuzione, quindi lo farò ma per un paio di giorni – dice Alessia Baldi, di Inferno Più – Mi dispiace per le clienti che verranno nei giorni dopo e non avranno lo sconto solo perché non sono riuscite a passare in quei giorni».
Dello stesso parere è Giulia Simoni, del negozio Retrò. «Credo che sia un’arma a doppio taglio il Black Friday, non so se lo farò o meno – dice – ma se lo farò aderirò in maniera ridotta, con alcuni vestiti selezionati e le rimanenze».
Il Black Friday negli Usa
Tacchino al forno, football americano e famiglia: questo è il giorno del ringraziamento negli Usa, che porta con sé anche un fine settimana lungo. Che di fatto dà inizio alle feste di Natale, perché il giorno prima, quindi il mercoledì, a New York viene acceso il grande albero di Rockfeller Center.
Questo accade perché cade ogni quarto giovedì di novembre, quindi molte aziende decidono di chiudere anche il venerdì. Le persone sono a casa ed hanno il tempo di rilassarsi o fare compere per Natale.
Compere che diventano dei veri e propri assalti ai negozi e un delirio di massa. I consumatori spingono, corrono e fanno code chilometriche, qualcuno addirittura striscia sotto la saracinesca appena alzata per entrare prima degli altri. Solo portarsi a casa un’occasione, che sia il televisore ultratecnologico ad un prezzo scontato o un vestito.
Il nome pare che derivi da un vecchio modo per tenere i conti del negozio: scrivere le uscite in rosso e le entrate in nero. Ma pare che questa spiegazione sia solo una manovra di marketing, visto che si tratterebbe invece del venerdì dopo il giorno del ringraziamento dove c’era molto traffico per le strade di Philadelphia a causa dello shopping.
I poliziotti, quindi, lo definivano “venerdì nero” solo perché dovevano lavorare troppo.
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