VADA. Laura Messeri, residente in provincia di Pistoia, è proprietaria di una seconda casa a Vada, in via Cavalleggeri. E, preoccupata per il maltempo e gli allagamenti, sabato ha deciso di andare a dare un’occhiata pensando che il garage potesse essere allagato. E lì la scoperta: la casa in via Cavalleggeri era stata occupata da un mese.
«La casa – racconta la donna – si trova in una via interna, è un piccolo condominio di quattro appartamenti. Normalmente in inverno chiudiamo e ci andiamo solo per controllare di tanto in tanto ma difficilmente ci fermiamo a dormire. Quando siamo arrivati, sotto il porticato, ci sono tutti i contatori. Venendo via, a fine agosto, avevamo chiuso tutto. Li abbiamo trovati alzati ma, lì per lì, ci siamo detti che “forse avevamo dimenticato di farlo”. Tutto ci saremmo aspettati…».
Messeri ha quindi deciso di andare sul retro a dare un’occhiata al giardino ma alzando gli occhi la persiana del terrezzo era semiaperta. Il marito ha quindi salito le scale e ha visto che anche il rotolante era alzato. A quel punto ha cominciato a chiamarmi: “Laura, Laura qui ci abita qualcuno”.
La cucina era a soqquadro: pentole, avanzi di pasta, piatti nell’acquaio. In camera il letto era disfatto, nel bagno gli accappatoi e gli asciugamani erano a terra.
«Non hanno però trovato il contatore dell’acqua e quindi avevano fatto tutto, cucinato e lavati con la scorta di bottiglie d’acqua che era in casa. Quando siamo arrivati non c’era nessuno: come se fossero usciti per tornare. In camera infatti c’erano loro zaini con dentro abiti e oggetti nostri».
Messeri ha subito presentato la denuncia ai carabinieri che non avrebbero riscontrato situazioni analoghe nella zona, qualche volta alla Mazzanta. E quindi ai proprietari non è rimasto che ripulire tutto, cambiare le serrature e tornare a Pistoia, nel comune di Montale.
Come proteggere però la loro casa? Intanto Messeri ha chiesto sui social se a qualcun altro fosse accaduto qualcosa di simile ma anche scaricando un’App per controllare i consumi in tempo reale. Ed è da lì che ha potuto appurare che non si è trattato di un uso limitato a pochi giorni. «Ci siamo accorti che i consumi elettrici – racconta Messeri – sono ripartiti dal 16 settembre e sono andati avanti fino al giorno in cui siamo arrivati. Tra l’altro avevano rubato le chiavi e quindi entravano normalmente, senza dover forzare le porte».
E se i coniugi fossero arrivati quando erano all’interno? Gli occupanti avevano pensato anche a quello: accatastati davanti alla porta principale, quello da cui normalmente si accede alla casa, c’erano il divano e alcune sedie. «Inizialmente non capivamo. Poi abbiamo pensato a quale potesse essere il motivo: arrivando saremmo dovuti passare dall’ingresso principale e qui avremmo trovato la porta bloccata. E’ evidente che, inconsapevoli, avremmo fatto rumore per capire il motivo della porta bloccata e avremmo dato il tempo a chi era all’interno di fuggire. Purtroppo al momento non siamo stati in grado di capire chi possa aver vissuto lì: la zona è tranquilla, non ci sono senzatetto che vivono nella zona».
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