La vendita dell’edificio innesca una discussione tra maggioranza e minoranza consiliare. Ghiringhelli “così si perde la nostra memoria”. Premazzi : “la Provincia risparmia la manutenzione e guadagna risorse per le scuole”. Colombo “Sulle scuole interventi mirati, non decisi a pioggia dai tecnici”.
VARESE – Seduta movimentata quella del Consiglio Provinciale di ieri, mercoledì 30 ottobre, la seconda del neo consiglio insediatosi dopo il voto del 29 settembre scorso.
Ad agitare le acque è stato l’ordine del giorno inerente la vendita dell’edificio dell’Archivio di Stato di Via col di lana, un immobile di proprietà provinciale che sarà venduto allo Stato per un corrispettivo di 1.464.000 €. La struttura, che diventerà di proprietà del Ministero della Cultura, necessita di importanti lavori di ristrutturazione per adeguamento impianti, rimozione amianto ed altri interventi di manutenzione, per un totale stimato di circa due milioni e mezzo di euro di spesa. Con questa motivazione il Presidente della Provincia Marco Magrini e il consigliere delegato a bilancio e patrimonio Mattia Premazzi hanno spiegato al Consiglio come quella di liberarsi di questo edificio cedendolo allo Stato sia una scelta oculata e ben ponderata.
Le opposizioni hanno criticato il provvedimento, seppure astenendosi e non votando contro il punto all’ordine del giorno. Ghiringhelli (Lega) ha specificato come, pur capendo il tema dell’onerosità del mantenimento dell’edificio, si stia “cedendo un pezzo della memoria del nostro territorio”; per lui la scelta migliore sarebbe stata quella mantenere la titolarità del bene chiedendo allo Stato i fondi necessari per la ristrutturazione. Inoltre ha evidenziato come la perdita degli attuali 50 mila euro di affitto possano costituire una scelta poco lungimirante per l’ente.
Altro punto che ha destato grandi polemiche è stato quello sulla destinazione dei proventi della vendita, ovvero l’edilizia scolastica. Sono ben 81 gli edifici scolastici di proprietà della Provincia, e molti di questi necessitano di importanti lavori di adeguamento impiantistico e strutturale, nonchè di ampliamento in alcuni casi. Sul punto concordavano anche le minoranze, ovvero Lega-Lombardia Ideale e Fratelli d’Italia, le quali hanno presentato una mozione per chiedere che la scelta degli interventi prioritari da eseguire fosse concordata in Commissione,
coinvolgendo quindi tutti i consiglieri e non solo quelli di maggioranza. Gli animi si sono accessi quando Colombo (FdI) ha preso la parola per spiegare la mozione ma è stato interrotto da altri consiglieri di maggioranza, tra cui Gilli (provincia al centro), nonostante il Presidente Magrini tentasse di ricondurre i toni entro l’alveo della tranquillità. Alla fine la mozione è comunque passata grazie all’astensione della maggioranza e la sola contrarietà di Gilli, che l’ha definita “inutile”.
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