I dati sono stati illustrati nella sede di Siracusa della Camera di Commercio del Sud Est. Il presidente
Mario Lazzaro: “Registrati progressi, ma restano criticità legate a traffico veicolare e attività industriali”
SIRACUSA – Nel capoluogo aretuseo è stato presentato il rapporto sulla qualità dell’aria a Siracusa relativo al biennio 2022-2023, redatto dal Cipa (Associazione consortile per la protezione dell’ambiente). Un evento di grande rilevanza per la salute pubblica e l’ambiente. La presentazione, svoltasi nella sede di Siracusa della Camera di Commercio del Sud Est, ha visto la partecipazione di esperti del settore, rappresentanti delle istituzioni locali, e cittadini interessati a comprendere meglio le dinamiche ambientali della città.
Qualità dell’aria, dati forniti da 19 stazioni
I dati sono stati forniti da 19 stazioni tra loro interconnesse, gestite dal Cipa, dall’Arpa (Agenzia regionale protezione ambiente) e dal Libero consorzio dei Comuni (Ex Provincia). Il Rapporto ha come obiettivo principale quello di fornire un’analisi dettagliata della qualità dell’aria nella provincia di Siracusa, valutando i livelli di inquinamento e le fonti principali di emissioni.
In particolare, il documento si concentra su parametri cruciali come PM10, PM2.5, biossido di azoto (NO2) e ozono (O3), che sono indicatori chiave della salute ambientale. Dai dati raccolti emerge un quadro complessivo che evidenzia sia progressi che sfide persistenti. Nel biennio considerato, i livelli di alcuni inquinanti hanno mostrato una lieve diminuzione grazie a politiche di riduzione delle emissioni e all’aumento dell’uso di energie rinnovabili.
Restano criticità legate al traffico veicolare
Tuttavia, restano criticità legate al traffico veicolare e ad alcune attività industriali, che continuano a incidere negativamente sulla qualità dell’aria. “Le centraline sono posizionate in coerenza allo studio orografico del territorio in zone industriali, rurali e in prossimità dei centri abitati – ha dichiarato il presidente del Cipa, Mario Lazzaro, che ha illustrato il rapporto -. Questa importante rete interconnessa è caratterizzata da una dotazione strumentale ad elevato livello tecnologico”. “Nel volume sono riportate misure che riguardano tutti i parametri cosiddetti ‘normati’ (cioè quelli ritenuti dal legislatore più pericolosi per l’ambiente e per la salute) per i quali la legge individua limiti da non superare, valori di allarme, concentrazioni obiettivo e di informazione”.
Il traffico responsabile dei livelli di inquinamento
“Nei nostri rapporti – ha proseguito Lazzaro – facciamo attenzione al monitoraggio di tutti questi parametri, in particolare degli Ossidi di azoto (NOx), per i quali il traffico veicolare costituisce il fattore/causa determinante, dei Btex che fanno parte dei composti organici volatili, tra i quali figura il benzene che è classificato ‘cancerogeno’, oggi diminuito del 60% rispetto a 20 anni fa e ampiamente entro i limiti di legge, del particolato (PM10 e PM 2,5) che oggi sappiamo essere il più insidioso per la qualità dell’aria e per la salute umana e che è al di sotto di circa 50% rispetto ai limiti di legge. Il rapporto di quest’anno conferma una progressiva riduzione che è in atto da oltre 20 anni”.
“Sul tema degli odorigeni gli episodi critici continuano a diminuire, limitandosi a circa dieci giorni l’anno, concentrati soprattutto in estate e non tutti da addebitare all’attività industriale – ha concluso il presidente del Cipa -. Il Cipa continua a monitorare i ‘non normati’ per contribuire con le ricerche all’ obiettivo di ridurre ulteriormente gli episodi di disagio”.
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