Invece di accettare la realtà più scontata abbiamo deciso di salvare una Toyota RAV4 MkI, sottraendola al suo destino – lo sfasciacarrozze – e restaurandola da cima a fondo dal punto di meccanico. Ma come si realizza un’operazione di questo tipo e, sopratutto, a che prezzo? Vi raccontiamo tutto in questa prima puntata di “Salviamole dallo sfascio”
Il destino di quest’auto era segnato: l’oblio. Ad attenderla solo il demolitore. Una certezza inesorabile, che non lascia scampo. Invece di accettare questa come l’unica realtà plausibile, contro ogni logica, abbiamo deciso, invece, di salvarla. Perché siamo convinti che la Toyota RAV4 prima serie sia stata una grande auto. Lunga come una Panda, ma con il doppio della potenza. E poi aveva trazione integrale permanente e blocco del differenziale centrale. Una vera auto giapponese, costruita nel cuore degli anni ’90 in Giappone, con un livello di qualità e affidabilità difficili da riscontrare sulle auto di oggi. Insomma distruggerla ci sembrava, in qualche modo, un sacrilegio.
Così abbiamo cercato di dimostrare che le auto possono – e, a volte, devono – essere salvate. Lo dobbiamo a loro, alla loro storia, al loro valore. E, forse, un po’ anche al Pianeta su cui viviamo. Perché se ben tenute possono essere più forti del tempo. Non abbiate paura: i ricambi vitali si trovano di qualsiasi modello, anche se di nicchia o molto datato. Alla fine della nostra avventura in officina abbiamo anche cercato di capire se convenga economicamente salvare un’auto di questo tipo. E ne abbiamo scoperte delle belle, come vi raccontiamo in questa prima puntata di “Salviamole dallo sfascio”.
Realizzato in collaborazione con:
– Bilstein Group: https://bilsteingroup.com/it/
Si ringrazia l’officina specializzata Unlimited Adventures di Ballabio (LC) per il prezioso e insostituibile supporto.
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