La prima richiesta era arrivata a giugno, l’ultima invece questa settimana. Nonostante varie sollecitazioni, però, il Campidoglio non fornisce ancora i dati sul monitoraggio dalle società di monopattini. Rendendo così impossibile capire se le tre imprese che operano a Roma (Bird, Dott e Lime) rispettino le regole oppure no.
La vicenda si trascina da fine maggio, quando era arrivata la notizia della stangata sulle tre società per «mancato rispetto delle soglie di densità areale» nei primi quattro mesi del 2024. Per Lime era stata disposta la sospensione di una settimana per bici e monopattini, insieme a 85mila euro di multa da pagare al Comune insieme al canone. Dott aveva dovuto interrompere per sette giorni l’utilizzo delle bici e pagare 15mila euro per le infrazioni. Meglio era andata a Bird: niente stop al servizio ma una sanzione da 20mila euro.
LA VIOLAZIONE
Il bando in vigore dal 2023 assegna un massimo di tremila monopattini a società. Ma per evitare un accumulo nelle zone turistiche e favorire una loro diffusione anche nelle periferie si deve rispettare un tetto in alcune zone. Nel Tridente non ci possono essere più di 30 mezzi a operatore. Nel Centro Storico (Tridente escluso) di giorno la soglia sale a 300 monopattini, mentre nel Municipio I – tolte le aree precedenti e Trastevere di notte – si arriva a 600. E così, per evitare di andare in fuorigioco, ogni giorno le società devono fisicamente riportare i mezzi in eccesso fuori dalle zone più affollate.
Il 4 giugno il consigliere capitolino Maurizio Politi (Lega) scrive una lettera al Campidoglio per chiedere che «i dati delle attività di monitoraggio» vengano «trasmessi ciclicamente» alla commissione Mobilità. L’appello viene ribadito nella commissione del 26 giugno. Un paio di settimane dopo (l’11 luglio), il consigliere del Carroccio invia un sollecito. Passa l’estate, ma dei dati non c’è traccia. E così il 30 settembre viene mandata l’ennesima lettera, prima dell’ultima missiva del 29 ottobre. Dal Campidoglio, però, nessuna risposta, nemmeno per dire che non è possibile adempiere alla richiesta. «Nonostante i numerosi solleciti e gli attori coinvolti, da Roma Capitale un silenzio assordante» sbotta a questo punto Politi, aggiungendo di essere pronto ad andare «alle autorità competenti, sia per tutelare l’imparzialità dell’amministrazione, ma anche l’attività degli organi di verifica, come la commissione Mobilità, che non viene posta in condizione di svolgere il proprio lavoro di controllo». Anche il dem Giovanni Zannola, presidente della commissione Mobilità, annuncia una seduta sul tema a breve.
LA REPLICA
Da parte sua, il dipartimento Mobilità del Comune parla di un problema informatico sulla piattaforma di Lime tra marzo e giugno che ha impedito la trasmissione dei dati a Roma Servizi per la Mobilità. Aggiungendo: «Provvederemo a rispondere alle interrogazioni come sempre abbiamo fatto e come previsto dalla legge». Il monitoraggio dei dati è essenziale per capire chi sgarra: le società pagano un euro a monopattino come canone mensile al Comune. Ma se con le sanzioni si arriva oltre 2,50 euro a monopattino viene disposta la sospensione per una settimana (pena già inflitta a Dott per le sole bici e Lime anche per i monopattini). In caso di recidiva, sono previsti 30 giorni di stop, prima della revoca definitiva. Il caso dati rappresenta l’ennesima pagina nella finora non fortunatissima storia d’amore tra le società dei monopattini che si sono aggiudicate il servizio e il Campidoglio.
Nei mesi scorsi era emerso ad esempio il problema della sosta selvaggia da parte di vari utenti, con mezzi lasciati qua e là: il sistema adottato dal Campidoglio non prevede delle rastrelliere. Di recente l’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè ha annunciato 70 parcheggi “virtuali” in zona Vaticano. Un esperimento in vista del Giubileo (i monopattini saranno uno dei mezzi preferiti dai pellegrini) pensato per avere più ordine in strada senza violare il divieto di stalli fisici. Dal canto loro, le società hanno chiesto di rivedere l’attuale modello, giudicato non sostenibile, soprattutto per quanto riguarda le agevolazioni Metrebus. Incontrando sempre la ferma opposizione di Patanè, contrario a modificare i termini dell’accordo. Ma con tutti questi fronti aperti le discussioni sui monopattini in sharing sembrano destinate a continuare.
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