Abbattimento sempre più vicino per la scuola Torre. Della palazzina in stile razionalista edificata negli anni Sessanta dello scorso secolo, ormai, non resta che lo scheletro.
Il conto alla rovescia per lo start alle demolizioni è partito e si concluderà a cavallo della fine del mese. Nel cantiere di via Marmorale sono in corso le ultime attività preliminari ad opera della Briganti costruzioni, cooperativa partenopea facente parte del consorzio forlivese ConsCoop aggiudicatario della procedura concorrenziale indetta da Invitalia.
L’amianto
All’avvio dell’abbattimento manca un ultimo, fondamentale step: la rimozione degli elementi interni ed esterni contenenti amianto. Un’operazione che non sarà eseguita dalla stessa ditta affidataria ma da un’azienda specializzata. E proprio nelle scorse ore, l’ufficio tecnico comunale ha individuato la società che si occuperà di asportare dalla Torre nella massima sicurezza i canali di gronda che percorrono verticalmente in più punti la palazzina, nonché la canna fumaria e altre componenti per le quali si è accertata la presenza anche parziale di fibre del pericoloso materiale.
Le attività di bonifica scatteranno nei prossimi giorni e dovrebbero svolgersi nell’arco di qualche settimana. Dopodiché la ormai ex scuola, completamente nuda, potrà essere consegnata alle ruspe. Termine che, però, non va preso alla lettera. Il Comune ha concordato con la Briganti che l’abbattimento venga eseguito attraverso la decostruzione selettiva, una moderna tecnica edilizia che permette di ridurre le tradizionali conseguenze delle demolizioni sul contesto circostante.
Accorgimento quantomai necessario data l’elevata urbanizzazione del quadrante di riferimento, pullulante di immobili residenziali, uffici, attività commerciali. Senza dimenticare che a pochissimi metri resterà aperta la «Nicola Sala», scuola primaria che per tutto l’anno in corso ospiterà quasi 300 alunni, dirigenza e segreteria amministrativa dell’istituto comprensivo «Federico Torre», il personale docente e i collaboratori scolastici. Non ci si dovranno attendere, pertanto, cariche di tritolo da film, bensì un intervento il più possibile chirurgico finalizzato a limitare l’impatto sul quartiere. Sarà, chiaramente, l’esecuzione delle attività a emettere il verdetto finale sulla riuscita dell’operazione.
Le verifiche
Intanto è trascorso più di un mese dalla visita ispettiva del team di esperti inviato dal ministero dell’Istruzione. Era il 26 settembre quando la task force composta da quattro funzionari del dicastero venne a sincerarsi da vicino dell’intervento, approvato dallo stesso ministero, al centro da mesi di esposti e polemiche. Dopo un confronto di tre ore con i progettisti, vincitori del concorso indetto dal dicastero, e con i responsabili del settore lavori pubblici del Comune, i quattro verificatori fecero tappa anche al cantiere di via Marmorale.
Una puntata assai rapida cui seguì il ritorno negli uffici municipali di via del Pomerio, e quindi il rientro nelle rispettive sedi di Roma e Napoli. Al momento non si conoscono le risultanze del controllo. Nessuna informativa ufficiale da Palazzo Mosti, né sono filtrate indiscrezioni. Sembrerebbe che dal dicastero non siano arrivate finora comunicazioni inerenti prescrizioni o altro che possa far pensare a un blocco dell’intervento, che a questo punto appare del tutto improbabile. La struttura tecnica comunale sta proseguendo nella redazione della variante progettuale finalizzata, secondo quanto dichiarato dall’amministrazione, a recuperare i ritardi accumulati sulla tabella di marcia dei lavori che dovranno concludersi, com’è noto, nella primavera del 2026.
C’è attesa, in particolare, per conoscere i destini di via Marmorale. In Consiglio comunale, l’assessore Pasquariello ha fatto sapere che l’amministrazione sta valutando la possibilità di mantenere la percorribilità veicolare anche del primo tratto della trafficata strada. In caso contrario, il segmento iniziale all’incrocio con via Sala sarà reso pedonale.
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