[FUTURO PULITO] Se a Cassino Stellantis realizzerà un impianto per il biometano, a Latina si cercherà di recuperare il sito che ha raccolto rifiuti per decenni. Grazie ad un finanziamento regionale di 8 milioni sarà realizzata una struttura per h2 che consentirebbe all’area di essere coltivata e non abbandonata
A Cassino Stellantis realizzerà un impianto per il biogas. Un modo per abbattere i costi altrimenti insostenibili: siamo quelli che nel 1987 non hanno voluto le centrali nucleari così oggi ci ritroviamo a pagare la corrente elettrica più di chiunque altro in Europa. Il Ceo Tavares lo disse appena messo piede a Cassino Plant: qui non conviene fabbricare le auto, l’energia costa troppo.
Ha deciso di farsi nel giardino di casa (uno spicchi di 2,5 ettari di stabilimento) il gas metano. Non dai rifiuti ma dagli scarti di agricoltura. Soluzione green che aiuta a rilanciare l’immagine del gruppo automobilistico italo-francese che non ha le simpatie della gente. Il gas risolve e… (Leggi qui: Stellantis a gas: via alla realizzazione di un impianto per il biometano).
Guarda il caso a Latina, sempre il gas, ma un altro gas, l’idrogeno risolverà il nodo dell’antipatia di una discarica (quella di Borgo Montello). Il progetto è di Indeco, l’impresa che opera nel sito consentirebbe allo stesso di essere coltivato e non abbandonato.
Una discarica attiva per decenni
La storia ricorda da vicino quella di Sant’Agata Bolognese: una maxi discarica sul territorio giunta a fine ciclo, l’avvio della bonifica e poi cosa farci sopra? La soluzione è stata un impianto per estrarre metano bio dagli avanzi di cucina. Risultato in breve tempo: inquinamento abbattuto, energia verde, tariffa dei rifiuti scesa, parco, aree giochi e barbecue. (Leggi qui: “Ora vi racconto come il bio metano ha cambiato il mio Comune”).
L’impianto di borgo Montello ha raccolto per lustri i rifiuti di tutta la provincia pontina e non solo. Ora in questo tempo di gas e terre rare ecco che sono proprio i gas a voler togliere le castagna dal fuoco di chi è in difficoltà. Chissà se ci ricorderanno i posteri come gli uomini del tempo del gas. Il tutto in un mondo dove non regna più la certezza che la tecnologia risolverà i problemi ma con la certezza della paura di ogni innovazione.
A Patrica, in provincia di Frosinone, non hanno perso tempo. Hanno cominciato per primi lanciando il progetto Helios. Ha messo insieme colossi come Società Gasdotti Italia, Engie, Consorzio Industriale del Lazio, Università di Cassino. Faranno idrogeno e lo metteranno nelle condotte insieme al metano: me meno metano, così si risparmia. Perché meno? Perché l’idrogeno lo spinge di più e così ne basta meno per bruciare meglio. Miracoli della scienza e della ricerca, alla faccia di quel Medio Evo nel quale molti pensano di farci restare. (Leggi qui: Il soffio di Helios per spingere le industrie frusinati).
Progetto finanziato dalla Regione con 8 milioni
Il progetto di Borgo Montello invece è di Indeco (si chiama Indeco green hydrogen hub) è finanziato dalla regione Lazio di Rocca con 8 milioni di euro. Insomma vale il senso della canzone di Fabrizio De André che recita: dal diamante non nasce niente, dal letame nascono i fiori”.
Il provvedimento regionale si innesta sull’accordo di cooperazione tra Regione e Ministero dell’Ambiente per riavviare le produzione nelle aree industriali dismesse. Il Ministero aveva assegnato 17 milioni ai quali si aggiungono ora gli 8 regionali: consentiranno di completare i progetti selezionati nelle Hydrogen Valleys: con questa nuova tranche verranno integralmente coperti i costi per il progetto “Helios” a Patrica e finanziati per intero i piani di “Indeco Green Hydrogen Hub” di Borgo Montello.
Montello non sarà più una bomba ambientale ma darà il suo contributo ad un futuro più pulito. Naturalmente nella speranza che il progetto si trasformi in realtà e l’idrogeno con la sua tecnologia possa avere l’effetto turbo che diede al sud Lazio la centrale nucleare di Borgo Sabotino, una scommessa tecnologica tale e quale a quella di oggi: solo che va a gas.
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