I nerazzurri non possono sbagliare prima delle due supersfide
Ok, Simone ha deciso che questo è il momento. Che pressione e temperatura sono al punto giusto per saldare due competizioni in una: campionato, Champions e ancora campionato, non fa e non dovrà fare differenza. Serve un’Inter al massimo perché servono vittorie e punti, ora più che mai: eccolo, il momento dello scatto. E l’agenda nerazzurra pare scritta apposta per tracciare la progressione che Inzaghi si aspetta dalla sua squadra tra oggi e domenica prossima: Venezia stasera, Arsenal mercoledì e Napoli tra una settimana, tutte insieme appassionatamente a San Siro.
avanti con la thula
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Il tecnico ruoterà, perché la strada imboccata in questa stagione ha condotto l’Inter su un ritmo in linea con le aspettative di proprietà e società — i nerazzurri sono in piena corsa per lo scudetto e per l’accesso diretto agli ottavi di Champions — ma non ha in programma rivoluzioni: Josep Martinez dovrà aspettare per il debutto tra i pali, tra i titolarissimi riposerà Barella ma non Dimarco, non Mkhitaryan e soprattutto non la ThuLa. Guai a esagerare con i ritocchi proprio ora che l’Inter ha trovato il passo giusto: se la striscia attuale di 7 gare di fila senza perdere (di cui 6 vinte) avrà toccato quota 10 dopo questo mini-ciclo, vorrebbe dire che Lautaro e compagni si sono avvicinati sensibilmente al ritmo straordinario della stagione scorsa, quando arrivarono a 13 successi consecutivi tra gennaio e marzo. Allora si fermarono nella nottataccia di Madrid, figlia anche della priorità assegnata allo scudetto rispetto alla Champions. Stavolta è un’altra storia: Inzaghi sa benissimo che la caccia al Napoli ha il suo grande peso, ma sa anche che altrettanto ne avrà la sfida con l’Arsenal in coppa. Anche perché guadagnarsi gli ottavi di Champions senza passare dagli spareggi significherebbe avere strada libera per la corsa scudetto a inizio anno ed evitare di intasare un calendario già zeppo di impegni: sì, Italia ed Europa per l’Inter somigliano sempre più a una cosa sola.
testa
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E allora sotto con il primo ostacolo. Di fronte alla squadra di Di Francesco, più degli uomini e del turnover conterà la testa, come ha sottolineato Inzaghi parlando alla squadra: il faccia a faccia con il Napoli può segnare la svolta del nostro campionato, ma se sbagliamo con il Venezia perderebbe valore anche lo scontro diretto del 10 novembre. Perciò Simone ha deciso di abolire per una volta il ritiro prepartita e di darsi appuntamento con i suoi direttamente questa mattina: la tensione sale e in qualche modo va allentata. Una volta in campo, però, l’Inter dovrà fare l’Inter: l’approccio di stasera dovrà essere lo stesso delle due grandi sfide che seguiranno. E lo spirito dovrà essere quello dello scudetto: il Venezia andrà azzannato subito per chiudere in fretta la pratica, proprio come faceva l’Inter della stella. San Siro non aspetta altro.
casa lautaro
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Aspetta pure i gol di Lautaro, il capitano che in questo campionato sta seguendo percorsi alternativi: sul trono dei bomber nerazzurri ha fatto accomodare il gemello Thuram, mentre lui si è fatto attendere. Una volta sbloccatosi con la doppietta di Udine, poi, ha preso a marchiare solo partite fuori casa: Roma e poi Empoli. L’eccezione è la rete segnata alla Stella Rossa, ma in campionato la storia va avanti da un po’: l’ultimo gol dell’argentino a San Siro risale al 28 febbraio, 4-0 all’Atalanta. Contro il Venezia il Toro farà ancora coppia con Thuram — Taremi avrà spazio mercoledì in Champions — e proverà a sterzare. Esultare a San Siro sarebbe il modo migliore per mettersi alle spalle una settimana sulle montagne russe, passata dalla frustrazione per non aver brillato contro la Juve alla delusione per il settimo posto al Pallone d’oro, fino alla risposta di Empoli e quelle parole che promettono il decollo: «La stagione passata è stata lunghissima e ho riposato poco, ma sto rientrando in forma». Ecco, la forma si ritrova solo giocando con continuità.
prove
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Quello che Lautaro sta facendo in queste settimane, Calhanoglu e Acerbi dovranno farlo in pochi giorni, perché l’Inter che Inzaghi ha in mente per il Napoli non può prescindere dai due pilastri centrali. Si tratta di capire con quale tragitto Inzaghi li condurrà alla partitissima: un paio di allenamenti sulle gambe, dopo i problemi muscolari che li avevano fermati all’Olimpico due settimane fa, non bastano a garantire 90 minuti di autonomia, ma il piano dell’allenatore per il centrale e per il regista potrebbe prevedere scenari differenti. Se Acerbi è destinato alla panchina e magari a entrare in corsa, Calha ieri è stato provato, così come Zielinski: il polacco è in vantaggio ma anche il turco ha chance. Sarebbe un botto niente male pure questo, prima dei fuochi d’artificio con Arsenal e Napoli.
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