Ravenna, 3 novembre 2024 – Un cordone sabbioso lungo una ventina di chilometri, dalla foce del Lamone a lido di Savio: sui lidi ravennati sono già quasi ovunque predisposte le prime e non ancora definitive difese passive contro le mareggiate mentre sono in avvio i lavori di spettanza del Comune, consistenti in ulteriore apporto di sabbia e finalizzati sia a proteggere gli abitati sia a rinforzare ulteriormente, laddove necessario, le difese predisposte dalla Cooperativa Spiagge. E c’è anche un terzo ente che in autunno entra in azione sul fronte: è l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale cui è riservata la protezione degli stabilimenti e della pineta a Marina Romea, dalla foce del Lamone ai confini con Porto Corsini. Un lungo cordone sabbioso di sicurezza la cui messa in opera da due anni a questa parte viene notevolmente anticipata dalla Cooperativa Spiagge già a metà ottobre a fronte delle drammatiche esperienze nel 2015, 2019 e nel 2022 quando in assenza della duna le prime mareggiate novembrine fecero disastri.
Venti chilometri di dune dalla foce del Lamone a lido di Savio (Foto Zani)
Quest’anno l’intervento ad opera del Comune (l’appalto è stato affidato pochi giorni fa e i lavori devono ancora iniziare) è più sostanzioso rispetto agli anni precedenti, ma ovviamente anche il costo è aumentato e non di poco. Sottolinea l’assessore all’urbanistica e lavori pubblici Federica Del Conte: “La spesa è di 700mila euro, una somma enorme in questi tempi di continui tagli dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni e di calamità naturali eccezionali. Lo scorso anno investimmo 500mila euro, ma con i costi della sabbia e dei lavori, la quantità di materiale forzatamente fu inferiore. Quest’anno abbiamo ritenuto indispensabile fare uno sforzo ulteriore per aumentare la quantità di materiale, ma è chiaro che per il futuro si impone un intervento finanziario della Regione alla quale chiederemo l’apertura di un tavolo sull’argomento”.
L’assessore all’Urbanistica e Lavori pubblici, Federica Del Conte
A questo proposito c’è da dire che fino a due anni fa metà della spesa veniva sostenuta da Eni quale compensazione per le estrazioni del metano, ma l’accordo non è stato rinnovato. Restando sul fronte dei costi è appena il caso di evidenziare che le difese passive invernali a protezione non solo degli stabilimenti balneari, ma anche degli abitati dalle conseguenze delle mareggiate, aggravate dalla subsidenza ultra cinquantenaria e dallo scioglimento dei ghiacciai, fra interventi del Comune, della Cooperativa e dell’Agenzia regionale comportano, a oggi, una spesa che raggiunge il milione di euro. E ogni anno la spesa si ripete.
Si diceva dei tre enti operativi. Come spiega l’assessore Del Conte, l’intervento del Comune è finalizzato in primo luogo a proteggere gli abitati delle località soggette a frequenti ingressioni marine, vale a dire Lido Adriano, Lido di Dante, Lido di Savio e tratti di arenile a Punta Marina e Marina “dove la nostra sabbia, prelevata esternamente, va non solo a chiudere gli eventuali varchi laddove non vi sono stabilimenti, ma anche a rinforzare la duna già eretta dalla Cooperativa Spiagge” che sfrutta invece il materiale in loco. “Così a primavera le tonnellate di sabbia che abbiamo aggiunto andranno a ripascere l’arenile. All’Agenzia regionale, come già detto, è riservata la difesa del litorale a nord di Porto Corsini fino al Lamone: qui l’area della foce, assieme all’area naturista di Lido di Dante (un’area molto a sud rispetto all’abitato), sono quelle maggiormente soggette all’erosione invernale (a Lido di Dante la duna, diversamente dallo scorso anno, a tutt’oggi lascia scoperti i bagni Classe e Smeraldo).
Infine c’è un lido, Casal Borsetti, che, dopo aver conosciuto per primo il fenomeno devastante dell’erosione, a cominciare dal 1951, da diversi anni, grazie alle scogliere, non è più soggetto alle violente mareggiate di un tempo e il vasto arenile riconquistato, sia a nord sia a sud del Canale Destra Reno, non sembra avere necessità della diga sabbiosa.
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