Una startup americana promette grandi novità nel settore dell’energia solare raccolta direttamente dallo spazio. Solestial, spin-off dell’Università dell’Arizona, ha sviluppato delle innovative celle solari al silicio ultrasottili capaci di auto-ripararsi dai danni causati dalle radiazioni cosmiche, un problema critico per i satelliti che operano nelle fasce di Van Allen.
La società, che ha recentemente ottenuto un contratto NASA da quasi 850.000 dollari, sta preparando la produzione su larga scala di questa tecnologia rivoluzionaria in partnership con il leader mondiale Meyer Burger Technology. L’obiettivo è ambizioso: raggiungere una capacità produttiva di oltre 1 megawatt all’anno entro metà 2025, un volume paragonabile all’intera produzione mondiale attuale di celle solari spaziali tradizionali.
“In una cella sottile, gli elettroni generati dalla luce non devono percorrere lunghe distanze per essere estratti e, anche se le radiazioni spaziali creano un difetto, hanno molte meno probabilità di ricombinarsi attraverso questo difetto”, spiega Stanislau Herasimenka, co-fondatore dell’azienda. Questa caratteristica aumenta significativamente l’efficienza a lungo termine delle celle.
La tecnologia di Solestial promette di ridurre del 90% i costi di produzione rispetto alle tradizionali celle III-V, aprendo nuove prospettive per l’energia solare nello spazio. L’azienda ha anche stretto una partnership con Manufacturo per ottimizzare i processi produttivi e garantire gli elevati standard qualitativi richiesti per le applicazioni spaziali.
Sebbene l’attuale focus sia sulle applicazioni in orbita – dalle stazioni spaziali ai satelliti – la tecnologia potrebbe rappresentare un importante passo avanti verso future applicazioni di trasmissione di energia solare dallo spazio alla Terra, un campo in cui l’US Air Force Research Laboratory ha già dimostrato i primi successi sperimentali.
Ricordiamo che l’energia solare raccolta direttamente nello spazio è da tempo considerata una sorta di Santo Graal nella comunità scientifica. Sebbene costosa nella sua forma attuale, la tecnologia promette sulla carta un’energia rinnovabile potenzialmente illimitata, poiché i pannelli solari sarebbero capaci di raccogliere la luce solare indipendentemente dall’ora del giorno.
Ma non è tutt’oro ciò che luccica e le opinioni sono discordanti anche all’interno della comunità scientifica. Il fisico Casey Handmer è dell’idea che i costi rendano l’energia solare spaziale una modalità di approvvigionamento assolutamente proibitiva, e anche Elon Musk è dello stesso avviso, ma si è espresso senza mezze misure dichiarando che investire in simili tecnologie è la cosa più stupida che si possa fare.
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