Gilardino prenderà la decisione dopo la rifinitura, ma Mario ha messo il Parma nel mirino
Sembrava utopia, o un semplice ed irrealizzabile sogno dei tifosi: Mario Balotelli convocato per la trasferta di Parma, dopo cinque mesi lontano dai campi ed appena sei giorni di lavoro e dieci allenamenti – in un mix fra lavoro in gruppo e personalizzato – svolti. Nessuno lo dice apertamente, ma tanti segnali lasciano intendere che oggi dopo la rifinitura in programma a Pegli, Alberto Gilardino potrebbe dare semaforo verde alla prima convocazione dell’attaccante da quando ha firmato per il Genoa. D’altra parte, riavvolgendo il nastro, Gilardino aveva parlato esplicitamente di una settimana di lavoro prima di tirare una riga e fare un primo bilancio. E i sette giorni, appunto scadono oggi.
LA METAFORA
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A giudicare dall’ottimo lavoro svolto ieri, Balotelli sta bruciando le tappe, per l’impegno, la volontà e l’intensità delle sue sedute e potrebbe quindi convincere con i fatti il tecnico, del quale torna ora in mente quella metafora utilizzata subito dopo l’ok all’ingaggio: “Se Mario avrà il fuoco addosso…”. L’impressione è che Mario sia perfettamente consapevole della grande occasione che gli è capitata per rilanciarsi e ridare slancio a un Genoa in crisi di risultati. Una sfida complicata, di quelle che a lui in carriera sono sempre piaciute. Ma Balotelli, agli occhi di Gila, suo vecchio compagno in Nazionale, è pure un capitale da proteggere «in tutto e per tutto». Dunque, nessun passo più lungo della gamba, anche se i segnali ed i numeri dei suoi progressi sul campo potrebbero autorizzare appunto il via libera per il posticipo. E, in caso positivo, è altrettanto facile pensare che dalla convocazione ne consegua anche il debutto in partita e il ritorno in A dopo oltre quattro anni dall’ultima partita nel nostro campionato.
IL SIGNIFICATO
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Ci sono poi altre dinamiche di spogliatoio da considerare, per le quali il via libera per Balotelli a Parma potrebbe essere oltremodo positivo. Gilardino ha lo spogliatoio compatto e la piazza dalla sua parte (gli applausi dei trentamila del Ferraris dopo il k.o. con la Fiorentina sono emblematici), ma serve qualcosa per riaccendere un entusiasmo e un’autostima fatalmente affievolite. E un Balotelli ottimista, positivo, senza avere addosso le scorie di questo complicato avvio di stagione, potrebbe essere un elemento in più a favore del Genoa. Che, in attacco, è privo di Messias, Vitinha, Ekkuban ed Ankeye, e può contare solo su Pinamonti e sul giovane talento Ekhator. Balotelli vale un tesoro, oggi più che mai.
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