In un momento cruciale per la libertà di stampa, la comunità giornalistica dell’Emilia-Romagna si mobilita in difesa del diritto di cronaca e del giornalismo indipendente.
Al centro dell’attenzione, il caso di Gabriele Majo, stimato giornalista professionista e direttore di Stadiotardini.it costretto all’autosospensione dopo aver ricevuto una diffida dal Parma Calcio 1913 con una richiesta di risarcimento di diverse decine di migliaia di euro.
La vicenda è particolarmente grave considerando il curriculum professionale di Majo, giornalista con oltre trent’anni di esperienza – la sua iscrizione all’Ordine dei Giornalisti risale infatti al 1988, nonostante abbia iniziato in radio già nel 1975 – la cui voce ha sempre rappresentato un punto di riferimento nell’informazione sportiva locale. La sua decisione di autosospendersi dalla firma degli articoli rappresenta un preoccupante segnale per la libertà di informazione.
L’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna e l’Associazione Stampa Emilia-Romagna (ASER) rispettivamente con Silvestro Ramunno, presidente Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna e Paolo Maria Amadasi, presidente Associazione Stampa Emilia-Romagna, hanno preso una posizione forte contro quello che appare come un tentativo di intimidazione. Come sottolineano le due organizzazioni, simili azioni, specialmente quando dirette verso piccole realtà editoriali, rischiano di soffocare voci indipendenti e non allineate.
Particolarmente preoccupante è il fatto che la società sportiva abbia optato per la via legale e la richiesta di risarcimento, ignorando gli strumenti di dialogo e confronto previsti dalla deontologia giornalistica.
La comunità giornalistica regionale ribadisce con forza la necessità di un intervento legislativo contro le querele temerarie, strumenti troppo spesso utilizzati per limitare il diritto di cronaca e di critica garantito dalla legge 69 del 1963. L’impegno dell’Ordine e dell’ASER si concretizza nel sostegno attivo ai colleghi che, come Majo, svolgono il proprio lavoro nel rispetto delle regole deontologiche e della verifica delle fonti.
È auspicabile che questa vicenda possa risolversi attraverso un dialogo costruttivo tra le parti, ripristinando quella libertà di informazione che è fondamentale non solo per i giornalisti, ma per l’intera comunità dei cittadini.
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La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
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