Milano – Il drammatico bilancio del 2024 conta la ventesima croce sulle strade milanesi: sopra c’è scritto il nome di Enzo Stefano Caparra, che il giorno di Natale avrebbe compiuto 21 anni. È morto, dicono le indagini, per la manovra azzardata di un automobilista, che verrà indagato per omicidio stradale.
La ricostruzione dell’ennesimo incidente letale ci riporta alle 13.20 di ieri in via Pellegrino Rossi. Il ventenne è seduto sulla parte posteriore della sella di un T-Max guidato da un amico coetaneo: i due stanno percorrendo l’arteria che attraversa il quartiere Affori in direzione periferia. Sulla carreggiata opposta c’è la Ford B-Max di un cinquantaduenne residente a Brescello: con lui c’è pure la compagna. A un certo punto, come ripreso dai filmati di una telecamera acquisiti dai ghisa, il conducente dell’auto svolta a sinistra per infilarsi in via Vignati, senza accorgersi che sta arrivando il T-Max. L’impatto è inevitabile, lo scooterista non riesce neppure ad abbozzare una frenata: nella tragica carambola, che coinvolge senza gravi conseguenze pure un ciclista di 69 anni, Enzo Stefano viene sbalzato sull’asfalto e resta a terra esanime. La Ford termina la corsa contro il muro, ma automobilista e passeggera ne escono illesi.
Le ambulanze piombano in via Rossi alle 13.27, ma per il ventenne non c’è niente da fare. Il centauro viene trasportato in codice giallo al San Gerardo di Monza: ha riportato vari traumi, ma il quadro clinico non preoccupa i medici. I genitori di Enzo Stefano sono lì in pochi minuti: non reggono allo choc, saranno assistiti dai sanitari di Areu per lievi malori. Partono gli accertamenti degli agenti del Radiomobile della polizia locale, guidati dal comandante Gianluca Mirabelli, che prima però devono occuparsi di “salvare” il cinquantaduenne dalla rabbia montante degli amici del ragazzo e da un possibile linciaggio: le immagini di un occhio elettronico levano ogni dubbio.
Il 2024 dei morti in strada è iniziato nella notte tra il 10 e l’11 gennaio, quando in via Pistrucci è scomparso il ciclista trentasettenne Ivano Calzighetti, travolto da una Peugeot 208. Un mese dopo, il 13 febbraio, un ottantaduenne che si muoveva su un triciclo a trazione elettrica è stato investito e ucciso da un suv in via Bagarotti. Il 7 marzo, il maestro di pesistica Alessandro Brunello è morto all’incrocio tra via Gioia e viale della Liberazione, falciato da un furgone. Il 5 aprile è toccato all’ottantaduenne Gian Carlo Pettenati, investito da un motociclista in via Aldo Moro mentre attraversava lo stradone lontano dalle strisce. Tredici giorni dopo, Giovanna Maria Bocca, 77 anni, è morta nello schianto in viale De Gasperi tra la sua Panda e un’altra auto. L’11 maggio, il ventenne Francesco Squarcia ha perso il controllo della Honda Sh che guidava col foglio rosa e si è schiantato in via dei Rospigliosi. Il giorno dopo, un altro centauro diciottenne è deceduto al San Raffaele dopo essere stato investito da un’auto in via Corelli.
L’8 giugno, un quarantenne in Vespa è andato a sbattere senza scampo contro due auto parcheggiate in corso Sempione. Nelle stesse ore, il rider pakistano di 34 anni è stato travolto dalla Punto guidata da un ventiduenne scappato senza prestare soccorso. Il 10 giugno, Adnan Qasim Samuele Lunardi e Sara Capani sono morti in via Novara mentre stavano tornando a casa in sella a un Kymco. Sei giorni dopo è deceduto al Niguarda il motociclista cinquantenne che due giorni prima era stato investito da un’auto in via Padova. Il 3 luglio è toccato a Luigi Olivari, 63 anni, caduto in bici in viale Tunisia forse dopo l’urto con una Cayenne in viale Tunisia.
Il 21 luglio, un ciclista sessantenne ha accusato un malore mentre stava percorrendo via Caldera ed è andato a sbattere contro un pullman. E arriviamo al primo agosto, fatale prima per il cinquantunenne svizzero Stefan Ott (centrato da un furgone in via Carducci) e poi per la coppia di coniugi cinesi Jingcong e Alfen Xu, 58 e 59 anni (si sono schiantati in auto sulle vetrine di un negozio di via Aleardi). Il 12 ottobre, il ventenne Alberto Rossi ha perso la vita in sella a uno scooter in via dei Giardini, mentre una settimana dopo è morto dopo 11 giorni di coma il trentacinquenne Francesco Caputo, che è andato a sbattere contro la portiera di una macchina aperta all’improvviso da un automobilista in via Soperga.
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