Proseguono a ritmo serrato ed a 360 gradi le indagini delle forze dell’ordine volte a far luce sulla maxi rapina avvenuta nella tarda serata di sabato allo stabilimento Dhl di Monticelli d’Ongina, ad una manciata di chilometri ormai da Cremona. Nessuna pista viene tralasciata e, man mano che emergono particolari riguardanti l’accaduto si fa sempre più largo l’ipotesi che ad agire sia stato un commando paramilitare di professionisti abituati a colpi di questo genere, evidentemente dotati anche di un discreto “arsenale” di armi. Di certo potranno aiutare le immagini delle videocamere di sorveglianza poste sia all’esterno che all’interno della grande struttura posta in località La Secca che le immagini delle videocamere poste lungo le varie arterie della zona e all’altezza del casello autostradale di Castelvetro dove, verosimilmente, i rapinatori hanno imboccato l’autostrada per svignarsela. Anche eventuali immagini registrate da telecamere di abitazioni o aziende della zona potrebbero essere d’aiuto nel ricostruire quanto accaduto e risalire ai responsabili. Ad agire, come già scritto da tanti organi di informazione locali e nazionali, sarebbe stati una quindicina di malviventi e qui già emerge una analogia con un altro colpo simile avvenuto a non tanta distanza da Monticelli d’Ongina. Il riferimento è al tentato assalto ad un furgone portavalori avvenuto la sera del 28 gennaio 2020 nei pressi di Melegnano. In quella occasione il furgone viaggiava in direzione Sud, verso Bologna, e dopo la barriera di Melegnano si era trovato davanti un Tir e un altro furgone appaiati, che gli avevano rallentato la corsa. Nell’urto un pneumatico del furgone portavalori era esploso ma fortunatamente il cui conducente era riuscito a mantenere il controllo della guida, e ad infilare la corsia di ingresso all’aerea di servizio di San Zenone al Lambro dove poi i vigilantes erano scesi notando una pattuglia della Stradale in sosta, a cui si erano rivolti ancora ignari del tentativo rapina la cui conferma è giunta la notizia della “barriera” di auto in fiamme e di chiodi posta sulla carreggiata dalla banda qualche chilometro più avanti, all’altezza di Lodi Vecchio, per organizzare un’imboscata a cui il mezzo, alla fine, non era mai arrivato. I rapinatori, una quindicina di persone anche in quel caso, evidentemente avevano inteso che il colpo era andato in fumo e se la erano quindi svignata incendiando le sei auto con cui erano arrivati in una strada statale nei pressi dell’Austostrada del Sole. E’ quindi lecito chiedersi, a questo punto, se ad agire alla Dhl di Monticelli d’Ongina siano stati gli stessi rapinatori di allora. Emerge infine un altro particolare, dato dalle testimonianze di alcuni giovani che sabato notte, si sono trovati difficoltà nel rientrare a casa, specie da Cremona. Alcuni di questi ragazzi, tra l’altro, asseriscono di aver incontrato, nei pressi di San Pietro in Corte, un metronotte, intorno all’una passata, in mezzo alla strada li ha fermati sostenendo addirittura che si era verificato attentato, con delle auto incendiate alla Dhl e che quindi non si poteva proseguire invitandoli così a tornare indietro e ad attendere in qualche locale della zona perché tanto avrebbero trovato tutte le strade chiuse. Invece la non distante strada tra Castelvetro e Villanova è sempre rimasta aperta consentendo quindi i collegamenti tra Lombardia e Bassa Emiliana. A questo punto è lecito chiedersi se il sedicente vigilante che ha fermato questi giovani era forse un complice dei rapinatori. Visto che i fatti si erano già consumati, perché anziché una pattuglia delle forze dell’ordine, in piena notte, in mezzo alla strada, ad occuparsi della viabilità c’era questo soggetto da solo e, da quanto si è appurato, aveva solo una semplice torcia? Come mai insinuare un attentato e dire che avrebbero trovato tutte le strade chiuse quando, appunto, la provinciale tra Castelvetro e Villanova era aperta? Tutte curiosità e particolari ai quali solo le risultanze delle indagini potranno fornire una risposta.
Eremita del Po
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