L’Europa occidentale vedrà un terzo anno consecutivo di aumento delle insolvenze nel 2024 (+14%), con picchi in paesi come Paesi Bassi, Irlanda e Svezia. Nel 2025 si prevede una leggera diminuzione delle insolvenze in paesi come la Francia, ma un aumento in Germania, previsto del 4%, raggiungendo i 23.000 casi.
In Europa centrale e orientale, il 2024 vedrà un aumento moderato delle insolvenze (+8%). Paesi come la Russia e la Turchia registreranno forti aumenti rispettivamente del +28% e del +20% a causa delle difficili condizioni economiche. Tuttavia, nel 2025 e nel 2026 ci si attende una stabilizzazione o una leggera diminuzione delle insolvenze in molti paesi della regione, inclusa la Polonia, dove si prevede un calo dell’11% nel 2025. Anche il Regno Unito vedrà un leggero calo delle insolvenze nel 2025 (-6%), con un totale di 27.480 aziende coinvolte.
In Italia, il trend rialzista delle insolvenze delle imprese sembra ben avviato dopo gli ultimi anni volatili, con forti cali alternati (2020, 2022) e forti rimbalzi (2021, 2023). Rispecchiando il 2023, tutti i principali settori, ad eccezione dell’immobiliare, registreranno un contributo positivo all’aumento delle insolvenze delle imprese nel 2024, con un contributo significativo dal commercio (che rappresentava il 24% del risultato da inizio anno ad agosto 2024), dall’edilizia (18%), dal manifatturiero (17%) e dall’ospitalità (10%). Ci aspettiamo che questo recupero continui in Italia, dove le insolvenze delle imprese sono ancora ben al di sotto del numero pre-pandemia (-17% a fine 2024) – anche se il contesto giuridico creato dal “Codice della crisi e dell’insolvenza”, con la nuova procedura stragiudiziale, sta di fatto limitando il numero ufficiale di insolvenze. L’accelerazione della crescita economica prevista per il 2025 e il 2026, rispetto al 2024, rimarrà tuttavia insufficiente a fermare il trend a questo orizzonte, spingendo le nostre aspettative a 9.700 casi per il 2025 (+4%) e a 10.000 per il 2026 (+3%).
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