Roma 7 novembre – “Un ministero che, nell’affanno di difendere tagli e riduzioni, attacca Rettori ed atenei”, Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC, così chiosa la dichiarazione di ieri di Anna Maria Bernini che taccia la CRUI di “propaganda”, sostiene che gli atenei sono “irrorati di risorse del PNRR” e denuncia che gestirebbero i propri bilanci “senza trasparenza”.
“I tagli all’Università e alla Ricerca sono un fatto oggettivo: il piano straordinario di assunzioni per il 2025 e 2026 è stato cancellato. Con la contrazione di 178 milioni di euro, si producono oltre 500 milioni di tagli sul FFO 2024, come hanno rimarcato oltre alla FLC, la CRUI, il CUN e il CNSU. Oltre a ciò si deve considerare l’effetto sui bilanci degli atenei della mancata copertura dei costi sul personale per i rinnovi contrattuali dei trienni 19/21 e 22/24 e il conseguente adeguamento economico della retribuzione per il personale docente e ricercatore. La legge di bilancio 2025 prevede poi un nuovo blocco del turnover al 75%, con l’inedita restituzione all’erario degli stipendi: un nuovo taglio per le università”.
Per Fracassi, inoltre, “non solo questo ministero opera dei tagli alle università pubbliche, ma nello stesso tempo regala impunità e risorse alle università profit: il decreto ministeriale sui corsi on line infatti, permetterà agli atenei telematici di ‘risparmiare’ sull’assunzione di oltre 1.000 docenti, mentre su esami on line e comportamenti irregolari continua a non esser fatto o previsto nulla”.
La segretaria generale FLC prosegue ricordando che “i fondi del PNRR sono transitori e in larga parte concentrati su nuove reti e centri di ricerca finalizzati al trasferimento tecnologico: uno sforzo temporaneo e vano, come abbiamo sottolineato da subito, che non ha toccato gli squilibri di sistema. Sugli alloggi studenteschi si stanno producendo disastri e siamo ben lontani dagli obiettivi del PNRR”.
Gianna Fracassi conclude sottolineando come “La ministra Bernini in questi mesi si è concentrata soprattutto sulla costruzione di gruppi di lavoro (se ne è oramai perso il conto), generando disegni di legge e proposte di legge-delega che moltiplicano il precariato, silenziano l’unico organo istituzionale rappresentativo del sistema attraverso l’annunciata riforma del CUN e minacciano di rivedere, in peggio, la legge Gelmini. Di fronte alle numerose contestazioni da parte dei Rettori, di oltre 120 Presidenti di società scientifiche e anche nostre, non trova altre parole che scagliarsi contro gli atenei, che lei ha istituzionalmente il compito di supervisionare, e sui bilanci dell’università italiana, che è la meno finanziata tra tutti i paesi europei (come sottolinea Education at Glance, meno del 1% del PIL a fronte di una media del 1,5%). È ora di una svolta, come appunto chiede l’intera comunità universitaria. Noi ci stiamo impegnando a sostenere e far crescere questa voce”.
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