Il presidente della giunta regionale, Marco Marsilio, ha indirizzato una lettera alle massime autorità della Fondazione Banco di Napoli, esprimendo la sua preoccupazione e disappunto riguardo alla decisione dell’ente napoletano di vendere Palazzo de’ Mayo a Chieti. In questa lettera, Marsilio ha colto l’occasione per riflettere sulla storia della collaborazione tra la Fondazione Banco di Napoli e la Regione Abruzzo, esprimendo un giudizio critico verso quella che considera una scelta inadeguata e dannosa per l’immagine e l’integrità culturale della regione.
Marsilio ricorda nella lettera come, appena eletto alla guida della Regione Abruzzo, avesse accettato l’invito di Rossella Paliotto, all’epoca presidente della Fondazione Banco di Napoli, visitando la sede storica dell’ente in via dei Tribunali, a Napoli. In quell’occasione, aveva apprezzato lo “spirito di socialità e di presenza sui territori” che caratterizzava la Fondazione e, proprio in virtù di tali valori, era stato “favorevole all’unione tra la Fondazione Banco di Napoli e l’ex Fondazione Carichieti. La fusione fu vista, infatti, come un’opportunità per conservare l’eredità storica e culturale di entrambe le istituzioni, sostenuta dallo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze e dall’Acri, l’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa, che finanziò l’operazione”.
Secondo Marsilio, la decisione di “svalutare” e vendere Palazzo de’ Majo – “splendida testimonianza architettonica” nel centro di Chieti – rappresenta un “tradimento dei valori e delle intenzioni che avevano guidato la fusione. Il palazzo, che negli anni recenti aveva ricevuto un accurato restauro costato milioni di euro provenienti da risorse locali, è stato ora messo in vendita per una cifra irrisoria”. Questa mossa, definita “disonorevole” dal presidente Marsilio, viene interpretata come un “disimpegno” da parte della Fondazione Banco di Napoli nei confronti della città di Chieti e del territorio abruzzese.
Marsilio evidenzia che “la scelta di cedere Palazzo de’ Majo, senza che vi sia un chiaro percorso di valorizzazione o una spiegazione delle finalità, costituisce un danno per l’immagine della Regione Abruzzo”. La sua lettera fa emergere un senso di “profonda delusione” per quella che egli percepisce come una “strumentalizzazione” della Fondazione Carichieti per scopi che si discostano da quelli originari. Il presidente della Regione Abruzzo sottolinea come la Fondazione Banco di Napoli fosse stata “scelta rispetto ad altre opzioni proprio per la sua vicinanza storica e territoriale con il territorio teatino, oltre che per la possibilità di rappresentare un punto di riferimento stabile per la comunità abruzzese”.
Nelle righe conclusive della lettera, Marsilio non nasconde l’intenzione di rivolgersi al Ministero dell’Economia e delle Finanze, affinché vengano effettuate le opportune verifiche sull’operato della Fondazione Banco di Napoli in merito a questa controversa vendita. La Regione Abruzzo, in quanto ente designante dei componenti dell’Organo di indirizzo della Fondazione, è pronta a prendere tutte le iniziative necessarie per garantire trasparenza e rispetto degli impegni presi con la fusione.
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