Il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, torna a battersi per la settimana scolastica di cinque giorni, un’idea che, a suo dire, giace in Parlamento da quarant’anni.
Intervenendo a margine della riapertura del “Giardino del Mago”, Mastella ha ricordato di essere stato il primo firmatario di una proposta di legge volta a chiudere le scuole il sabato, risalente a 40 anni fa e che all’epoca raccolse l’adesione di oltre trecento parlamentari, tra cui l’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Pierferdinando Casini.
Sebbene attualmente la maggior parte degli istituti scolastici abbia autonomamente adottato la settimana corta, grazie a delibere del Collegio dei Docenti e del Consiglio d’Istituto, il sindaco di Benevento auspica una normativa nazionale che uniformi la situazione.
“Il progetto si è realizzato solo parzialmente”, ha osservato Mastella, ribadendo la sua convinzione che la settimana corta rappresenti “un respiro per la famiglia”. Un provvedimento che, a suo avviso, andrebbe a beneficio non solo degli studenti e delle loro famiglie, ma anche del personale scolastico, che potrebbe godere di maggiore tempo libero. “Continuo a sostenere che sia una bella cosa”, ha concluso il sindaco, rilanciando la proposta.
Settimana corta a scuola: tra risparmi e perplessità, il dibattito continua
La settimana corta, ovvero lo svolgimento delle lezioni dal lunedì al venerdì, è ormai una realtà consolidata nella maggior parte delle scuole primarie e secondarie di primo grado in Italia. Per le scuole superiori, invece, la decisione spetta all’autonomia scolastica, come previsto dall’art. 21 della legge 59/97 e dal DPR 275/99.
La flessibilità organizzativa offre indubbi vantaggi economici per le amministrazioni locali, che risparmiano su riscaldamento, illuminazione e trasporti, e semplifica la gestione del personale docente e ATA. Anche per le famiglie, la settimana corta può rappresentare un’opportunità per dedicare più tempo ai figli.
Tuttavia, non mancano le criticità. La “sesta ora”, concentrata in più giorni, è spesso fonte di stanchezza e calo di concentrazione per gli studenti, con ripercussioni negative sulla qualità dell’apprendimento. Particolarmente svantaggiati risultano gli alunni con BES, che potrebbero faticare ad adattarsi a ritmi intensi. Inoltre, si registra un aumento delle richieste di permessi per entrate posticipate o uscite anticipate, con conseguente frammentazione della didattica. Anche l’organizzazione extrascolastica, con attività pomeridiane e studio serale, può risultare problematica, limitando il tempo per il riposo e la vita familiare.
Il dibattito sulla settimana corta, dunque, resta aperto, tra esigenze di risparmio, flessibilità organizzativa e tutela del diritto allo studio di tutti gli studenti.
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