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PESCARA. Blitz durante i Consigli comunali: da qui riparte la protesta delle imprese balneari contro il decreto Infrazioni che non scioglie il nodo delle spiagge all’asta. La sala della Provincia di Pescara ha accolto, ieri mattina, un’ampia rappresentanza di titolari abruzzesi di concessioni balneari che hanno risposto all’invito del Sib Abruzzo Molise e della Fiba Confesercenti. Per Riccardo Padovano, presidente del Sib Abruzzo: «È stata una giornata davvero significativa per la categoria grazie alla presenza di tanti balneari. I più giovani di loro, Francesca Arena (Lido Summertime), Mattia Trusgnach (Lido el Pareso) e Stefano Lunadei (Lido Le Antille), hanno aperto i lavori parlando degli investimenti sostenuti nel 2019 e portati avanti fino ad oggi con grandi sacrifici».
All’assemblea hanno preso parte, fra gli altri, il presidente del Consiglio Regionale, Lorenzo Sospiri; il presidente nazionale della Sib, Antonio Capacchione; il professor Diego De Carolis dell’Università di Teramo, tra i maggiori esperti abruzzesi di demanio marittimo; il rappresentante dell’Anci per i 19 Comun costieri, Enrico Di Giuseppantonio, sindaco di Fossacesia; gli assessori di Pescara, Francavilla e Montesilvano Eugenio Seccia, William Marinelli e Deborah Comardi; rappresentanti e amministratori anche dei Comuni di Roseto e Tortoreto.
E ancora: gli imprenditori Pierluigi Tucci (Lido il Moro) e Domenico Pagliaro (Lido Apollo), intervenuti al dibattito come hanno fatto Gianmarco Giovannelli, presidente di Federalberghi Abruzzo e Ottavio di Stanislao, presidente Assobalneari di Federturismo Abruzzo. Tra il pubblico tanti volti noti: da Marisa Tiberio (presidente di Confcommercio Chieti) e Andrea Lancia ad Andrea Camplone, imprenditore ed ex calciatore, e tanti altri. «La presenza degli amministratori locali è stata significativa a testimonianza del fatto che il Decreto governativo non renderà possibile uno snellimento burocratico ma renderà la questione ancora più impantanata», ha rimarcato Padovano.
Dal fronte della politica regionale, il presidente Sospiri ha assicurato «il massimo impegno della Regione per regolamentare la materia sotto l’aspetto legislativo». Mentre il deputato di FdI Guerino Testa, correlatore in VI Commissione del decreto legge sulle concessioni, ha dichiarato che la materia merita ancora un’attenta riflessione da parte del Governo. «Noi», ha incalzato Padovano, «non possiamo giustificare un Governo che, fino a ieri, ci diceva che la questione dei balneari era al primo punto dell’agenda Meloni, ma poi ha partorito un decreto peggiorativo rispetto a quello del Governo Draghi che, a questo punto, rimpiangiamo».
Il Dl Infrazioni, da convertire in legge, se da un lato proroga le concessioni fino a settembre del 2027, dall’altro non fornisce certezze sugli indennizzi agli uscenti. «Il 10 ottobre saremo tutti a Rimini per l’assemblea nazionale delle imprese balneari», annuncia il Sib dopo che ieri, a Pescara, sono state tracciate le linee della protesta: «Dall’11 ottobre ripartirà lo stato di agitazione per far rispettare i nostri diritti. Andremo nei consigli comunali per illustrare le nostre richieste. Vogliamo che anche la Regione si pronunci ufficialmente. La difesa dei balneari non è la salvaguardia degli interessi economici di qualcuno ma la tutela della costa che prima era abbandonata e oggi è attrezzata, dà lavoro e producendo Pil». Da Padovano l’accusa più pesante: «Il Decreto è stato dettato dalla grande distribuzione perché l’indennizzo non ci verrebbe riconosciuto dallo Stato ma da chi subentra. E chi subentra acquisterà chilometri di spiagge. Noi chiediamo che ciò non possa avvenire»
Le conclusioni le ha tratte Capacchione: «Ci auguriamo che il Parlamento effettui le modifiche necessarie in sede di conversione. Abbiamo già depositato un documento e nelle prossime ore invieremo specifiche proposte emendative a tutti i parlamentari delle Commissioni che stanno esaminando il decreto legge. Il termine per la loro presentazione è stato fissato alle 18 di domani. Abbiamo ribadito che siamo pronti a ogni iniziativa sindacale per evitare di distruggere quanto si è costruito in due secoli di storia gloriosa del turismo italiano: una balneazione attrezzata, efficiente e di successo che il mondo ci invidia».
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