di Fabio Gennari
Quella contro il Napoli sarà, per Marten de Roon, la partita numero 281 in Serie A con la maglia dell’Atalanta. Raggiungerà Angeleri e Bellini, i due recordman di presenze nella massima serie, e si appresterà, dall’Udinese in avanti, a diventare il più presente di tutti i tempi (atalantini) nel massimo campionato italiano.
Un risultato enorme per un ragazzo che è anche andato via una stagione da Bergamo (ha giocato nel Middlesbrough), che è tornato e che ormai è diventato cittadino, di fatto, orobico.
Considerando la stagione ancora nella fase iniziale e augurando a de Roon di continuare con questo ritmo (ha giocato il cento per cento dei minuti ufficiali, in Italia e in Europa) c’è anche il traguardo delle 300 partite in Italia nella massima serie alla portata. Si parla di augurio, perché tra i dodici calciatori di movimento che attualmente hanno lo stesso score in campionato, l’olandese è il meno giovane di tutti, essendo un classe 1991.
Per Gasperini, per i compagni, per il pubblico e per tutto il mondo atalantino è un punto di riferimento, un giocatore che in difesa e in mezzo al campo rappresenta una certezza e che ha già bagnato il suo avvio di stagione con anche due reti di ottima fattura. Non sono le reti, tuttavia, quello che ci si aspetta da lui: la grandezza delle sue prestazioni è nei piccoli gesti e quando combatte per tutti nel rettangolo verde incarna perfettamente lo spirito orobico. E tutti, ma proprio tutti, lo adorano.
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