La candidata Democratica alle elezioni negli Usa ha raccolto una considerevole quantità di denaro per la propria campagna elettorale. In totale infatti, Kamala Harris ha a disposizione quasi 1,6 miliardi di dollari contro il miliardo di Donald Trump, il candidato Repubblicano. Anche la provenienza di queste donazioni è sostanzialmente diversa.
Se per Trump infatti si tratta quasi per il 70% di grandi donazioni dai suoi tre donatori più importanti, Timothy Mellon, Elon Musk e Miriam Adelson, Harris ha raccolto più del 42% dei fondi che utilizza tramite piccole donazioni di privati, inferiori ai 200 dollari. Rimangono però maggioritari i contributi da parte di alcune grandi realtà che hanno finanziato i Super Pac Democratici.
L’ondata di piccole donazioni che ha sostenuto Harris e Biden
Quando il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si ritirò dalla corsa alla Casa Bianca lasciando spazio alla sua vicepresidente, Kamala Harris, la campagna Democratica ricevette un’ondata di donazioni. Il cambio in corsa rivitalizzò l’entusiasmo della base elettorale e mobilitò risorse a un ritmo mai visto nella storia degli Stati Uniti.
In poco più di un mese Kamala Harris ricevette più di mezzo miliardo di dollari in donazioni, buona parte delle quali dirette, da parte di singoli iscritti al partito o gruppi di sostenitori. La grossa differenza nel modo in cui le due campagne elettorali, Democratica e Repubblicana, si sono finanziate per la corsa alla presidenza del 2024 è in questa dinamica.
Kamala Harris ha raccolto quasi 430 milioni di dollari in contributi diretti alla propria campagna inferiori a 200 dollari, circa quattro volte quelli raccolti da Trump. In tutto le donazioni dirette ai Democratici, con non possono superare poche migliaia di dollari, sono state di 1 miliardo di dollari, mentre quelle per il Partito Repubblicano hanno superato di poco i 380 milioni.
I grandi donatori Democratici
La maggioranza dei contributi alla campagna dei democratici viene però da quelli che l’organizzazione OpenSecert definisce “Gruppi esterni”. Sono i Super Pac, associazioni formalmente indipendenti che sostengono la campagna elettorale di un candidato e che permettono anche alle aziende e ai singoli individui molto facoltosi di donare, ma senza alcun limite all’importo.
Il primo donatore, con 56 milioni di dollari, è il Future Forward Usa Action Pac, seguito da un altro comitato di azione politica, American Bridge 21st Century (Ab). Quest’ultimo spiega chiaramente come la situazione di Super Pac negli Stati Uniti sia complessa e agisca in una zona grigia della legge. Perché se si analizzano i finanziamenti di Ab, provengono quasi tutti dal Pac stesso, con una dicitura per quanto riguarda la provenienza: “carey”.
I carey sono Pac ibridi. Sono formalmente sia dei Pac, in grado quindi di ricevere solo piccole donazioni ma anche autorizzati a coordinarsi con la campagna elettorale di uno dei due candidati, che dei Super Pac, associazioni che possono raccogliere qualsiasi donazione ma che non possono, in teoria, comunicare con il candidato che sostengono. Legalmente questo è possibile tenendo separati i due conti correnti che ricevono le donazioni.
Infine, il più grande donatore singolo dei democratici è Bloomberg, la società editoriale che si occupa soprattutto di finanza e che ha donato al Pac Future Forward USA 19 milioni di dollari.
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