Rimini, 3 novembre 2024 – Quel video, per gli inquirenti, è la prova regina della colpevolezza di Louis Dassilva, il senegalese in carcere dal 16 luglio con l’accusa di aver ucciso Pierina Paganelli. Ma gli avvocati di Dassilva, Riario Fabbri e Andrea Guidi, sostengono che la persona ripresa da una delle telecamere della farmacia di via del Ciclamino alle 22,17 del 3 ottobre 2023, la sera del delitto, non fosse Louis, bensì un altro vicino di casa, Emanuele Neri.
Nelle dichiarazioni rilasciate in tivù Neri ha detto più volte di essersi riconosciuto in quel video. Ma quando il 10 settembre, il giorno dopo l’udienza al tribunale del riesame che ha confermato per Dassilva la custodia cautelare in carcere, Neri è stato interrogato dagli uomini della squadra mobile, non ha saputo confermare se era lui o no l’uomo ripreso dalla telecamera della farmacia.
A far vacillare ora la prova regina sono gli esiti della perizia sul video svolta dagli stessi consulenti della Procura, Riccardo Arioti e Flavio Caroli. I quali hanno comparato il video del 3 ottobre con altri due girati dalla stessa telecamera, il 29 e il 30 settembre: in quest’ultimo compare Neri. I tecnici hanno analizzato i filmati concentrandosi sugli indumenti, sulla postura, sulla camminata. Analisi non facile, perché “le figure riprese – scrivono nella relazione – non passano nello stesso punto esatto sotto la telecamera”. Inoltre “le differenze nelle condizioni d’illuminazione, nella risoluzione, nelle velocità di movimento hanno influenzato la qualità delle osservazioni”.
Chiarito questo, per i periti “ci sono somiglianze nell’altezza, nella corporatura, nella postura, nella deambulazione, nel modo in cui entrambe le figure si muovono in condizioni d’illuminazione simili”. E “c’è compatibilità nella rifrazione della luce sugli occhiali“. Insomma : l’uomo ripreso dalla telecamera della farmacia il 3 ottobre potrebbe essere Neri, che la sera del delitto era andato come al solito al bar vicino casa, non Dassilva. I periti rilevano che “le due figure potrebbero indossare occhiali simili”. Per quanto riguarda le magliette, “la qualità dei video non è adeguata a identificare con certezza loghi e scritte”. In conclusione “l’analisi ha permesso di identificare elementi di compatibilità, ma questi non sono sufficienti per un’identificazione certa o a supportare una tesi conclusiva in ambito giudiziario”. In sostanza, non c’è prova che fosse Neri quello ripreso la sera del 3 ottobre mentre cammina davanti alla farmacia, ma nemmeno che fosse Dassilva.
Il sostituto procuratore Daniele Paci, che sta coordinando le indagini condotte dagli uomini di Marco Masia, capo della squadra mobile, ha chiesto l’incidente probatorio sul video. Dassilva ha dato disponibilità, ma i suoi legali hanno messo le mani avanti. Per garantire la partecipazione del senegalese alla prova, chiedono che la ricostruzione sia fatta alle stesse condizioni del 3 ottobre 2023, con la medesima luce e i medesimi orari. Nel frattempo gli avvocati di Louis, l’unico indagato al momento per l’omicidio di Pierina, hanno presentato ricorso in Cassazione contro la decisione presa del tribunale del riesame. I giudici a settembre avevano rigettato l’istanza di scarcerazione di Dassilva, ritenendo come sussistano gravi elementi a suo carico, a partire “dall’identificazione del senegalese come l’ignoto ripreso dalla telecamera della farmacia”.
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