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L’Italia che non vuole guardare
Francesca Svanera e Gabriele Rosato sono solo due delle migliaia di vittime di abusi sessuali su minori in Italia, il cui numero esatto, tuttavia, continua a rimanere sconosciuto. Come fanno notare Terres des Home e Cismai nel rapporto 2021 (II Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia), negli anni sono state svolte raccolte dati episodiche o parziali che non soddisfano le caratteristiche richieste a un sistema di monitoraggio regionale e nazionale.
Non esiste una banca dati unica delle violenze sui minori in Italia, contrariamente a quanto raccomanda l’Onu che da anni intima allo stato italiano di dotarsi di una raccolta dati sistematica e capillare su tutto il territorio. Questo rende molto complicato contrastare la pedofilia: senza una nitida perimetrazione del fenomeno è molto più difficile definirlo e quindi combatterlo.
Per provare ad avere un’idea della diffusione del fenomeno possiamo guardare al report “InDifesa 2024”: secondo Terre des Homes e Cismai nel 2023 sono stati 6.952 i reati a danno di minori in Italia, per una media di 19 casi al giorno, 95 in più rispetto al 2022. Se i maltrattamenti in famiglia segnano l’aumento più significativo, rispetto a due anni fa sono aumentate anche le violenze sessuali (vedi il grafico 1).
Dal dossier emerge poi che ad essere colpite in misura maggiore dai reati a danno di minore sono le bambine e le ragazze, vittime nel 61 per cento dei casi. A spingere questa percentuale sono, per l’appunto, soprattutto i crimini sessuali.
“La violenza, soprattutto quella fisica – commenta Paolo Ferrara, Direttore Generale di Terre des Hommes – continua a consumarsi in maggioranza sul corpo delle bambine e delle ragazze e questo, non ci stancheremo mai di dirlo, costringe tutti noi a non mollare la presa su una battaglia culturale, per superare la struttura patriarcale e creare una società più inclusiva fondata sul rispetto dell’altro, che è ancora lontana dal produrre i cambiamenti sperati”.
Il punto è che guardare alla violenza nei confronti dei più piccoli costringe a riconoscere una realtà drammatica: accettare che a esercitarla sia molto spesso chi dovrebbe assicurare a bambini e adolescenti una crescita armoniosa.
Come raccontano i dati raccolti da Cismai e Teres des Homes nel rapporto 2021, in oltre il 90 per cento dei casi l’autore della violenza è un famigliare. “Il maggior numero degli abusi sessuali sui minori avviene da parte di persone a loro prossime, quali ad esempio familiari, amici di famiglia, docenti e allenatori”, gli fa eco il ministero dell’Interno nel report “Reati a sfondo sessuale con vittime minorenni” pubblicato nel 2020. “Il caso dello sconosciuto autore di reato è piuttosto raro”, concludono gli autori dello studio.
Da qui una probabile spiegazione della resistenza dimostrata in Italia nel raccogliere in modo sistematico i dati sul fenomeno: per farlo è necessario mettere in discussione il nucleo primario della nostra società, la famiglia.
“L’immagine della famiglia come luogo sicuro e accogliente, come nido in cui i bambini possono crescere per imparare a spiccare il volo, mostra più di una crepa”, conferma Paolo Ferrara.
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