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Residenza fiscale, al via la nuova disciplina. Come funzionerà d’ora in poi #finsubito prestito immediato


Sono diverse le novità che il legislatore ha introdotto nella disciplina che caratterizza la residenza fiscale per le persone fisiche e le società. Attraverso la circolare n. 20 del 4 novembre 2024, l’Agenzia delle Entrate ne ha illustrato le principali caratteristiche e ha fatto il punto della situazione.

Ricordiamo che con la Legge n. 111/2023 – nella quale era contenuta la delega al Governo per revisionare il sistema tributario nazionale – è stata affidata all’esecutivo la revisione della disciplina relativa alla residenza fiscale delle persone fisiche, delle società e degli enti, in modo da renderla leggermente più coerente con la migliore prassi internazionale e in modo che potesse recepire le convenzioni che l’Italia ha sottoscritto per evitare la doppia imposizione.

Le novità hanno uno scopo ben preciso: quello di garantire una maggiore certezza giuridica. Ma soprattutto hanno un grande impatto sui contribuenti, perché incidono direttamente sulla residenza fiscale nel nostro paese, che costituisce uno dei presupposti impositivi fondamentali per il nostro ordinamento, che si basa direttamente sul principio della tassazione del reddito mondiale.

Ma entriamo nel dettaglio e cerchiamo di comprendere quali sono le novità principali che sono state introdotte.

Residenza fiscale, chi sono interessati dalle novità

La normativa sulla residenza fiscale va ad impattare direttamente sui dipendenti che svolgono le loro mansioni in smart working, ma anche sui lavoratori impatriati: capire quando effettivamente si opera o lavora nel nostro Paese è indispensabile per conoscere quali regole debbano essere applicate.

L’articolo 3 del Testo Unico delle Imposte sui redditi prevede che quanti siano residenti in Italia vengano tassati su tutti i redditi che maturano. Indipendentemente da dove gli stessi siano stati prodotti: a questa regola generale c’è un’unica eccezione, costituita dalle disposizioni sulla doppia imposizione. La tassazione per i non residenti, invece, viene applicata per i soli redditi che si presume siano stati prodotti nel nostro Paese.
Proprio alla luce dell’aggiornamento della normativa relativa alla residenza fiscale, l’Agenzia delle Entrate ha pensato bene di raccogliere nella circolare n. 20 del 4 novembre 2024 i chiarimenti sulle novità. Per questo motivo il documento ha l’aspetto di un vero e proprio manuale di istruzioni.

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Residenza fiscale, il calcolo dei giorni

La disciplina sulla quale si basa la residenza fiscale può essere rintracciata all’interno dell’articolo 2 del Tuir, che è stato riscritto dal Decreto Legislativo n. 209/2023, attraverso il quale viene disposto che:

Ai fini delle imposte sui redditi si considerano residenti le persone che per la maggior parte del periodo d’imposta, considerando anche le frazioni di giorno, hanno la residenza ai sensi del codice civile o il domicilio nel territorio dello Stato ovvero sono ivi presenti. Ai fini dell’applicazione della presente disposizione, per domicilio si intende il luogo in cui si sviluppano, in via principale, le relazioni personali e familiari della persona. Salvo prova contraria, si presumono altresì residenti le persone iscritte per la maggior parte del periodo di imposta nelle anagrafi della popolazione residente.

Dal 1° gennaio 2024 possono essere considerati residenti in Italia le persone che, per la maggior parte del periodo d’imposta, si sono trovate, anche in via non continuativa, in una delle seguenti situazioni:

  • ai sensi del Codice Civile, essere residenti in Italia;
  • nel territorio dello Stato avere il domicilio, che deve essere inteso come il luogo nel quale si siano sviluppate, in via principale, le relazioni familiari e personali;
  • essere presenti nel territorio dello Stato per un determinato numero di giorni (o frazioni di essi: questo è un concetto nuovo introdotto attraverso la riforma);
  • essere iscritti nell’anagrafe della popolazione residente.

È importante sottolineare che i criteri che abbiamo appena visto sono alternativi: questo significa che ne è sufficiente uno per avere la residenza fiscale in Italia.

Residenza fiscale e nuova accezione di domicilio

Soffermandosi unicamente sulle persone fisiche, diventa importante approfondire un nuovo concetto introdotto con la riforma. È quello relativo al domicilio, che è slegato dall’accezione civilistica.

A delineare i contorni in maniera decisa, ad ogni modo, è direttamente il Tuir. Nelle nuove impostazioni, viene meno il rimando al Codice Civile, e si dà maggiore peso alle relazioni familiari e personali rispetto a quelle economiche. Ma soprattutto si iniziano a considerare:

Le condotte con le quali una persona manifesti con atti concreti la volontà di mantenere un legame effettivo con il territorio italiano.

L’Agenzia delle Entrate spiega che all’interno della nozione di relazioni familiari e personali rientrano i rapporti tipici, che sono disciplinati dalle disposizioni normative, come ad esempio il matrimonio. E vi rientrano anche le relazioni personali che sono connotate da un carattere di stabilità. Allo stesso modo, può diventare rilevante la dimensione stabile e dei rapporti laddove si viene ad instaurare un rapporto sociale confermato da alcuni elementi certi, come può essere l’iscrizione annuale ad un circolo sportivo.

L’Agenzia delle Entrate chiarisce che non è sufficiente iscriversi all’Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), se poi si ha a disposizione un immobile in Italia, nel quale le utenze siano attive. E dove tutti i fine settimana vi si trascorrono le vacanze.

Ad ogni modo le valutazioni devono essere fatte caso per caso, in modo da andare ad analizzare le situazioni specifiche dei contribuenti. E, soprattutto, approfondire le eventuali complessità che si possono venire a verificare a seguito – solo per fare un esempio – della contrazione di un secondo matrimonio.

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Il concetto di residenza fiscale, anche andando a dare uno sguardo alle istruzioni relative allo smart working, è evidente che debba stare al passo con i tempi, ma soprattutto dell’evoluzione dei rapporti tra le varie persone e delle esigenze di lavoro.

In sintesi

Il concetto di residenza fiscale, oggi come oggi, è quanto mai importante, perché è legato alla tassazione di un determinato contribuente, sia esso una persona fisica o una società. Conoscere nei dettagli dove avverranno le imposizioni fiscali serve a gestire in maniera lineare e senza problemi la propria attività e si evitano dei problemi fiscali.
Questo è il motivo per il quale l’Agenzia delle Entrate ha emanato una circolare con le istruzioni aggiornate sull’argomento.





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