Ha pesato anche il fatto che l’edificio non avrebbe potuto cambiare destinazione d’uso per i successivi 5 anni
Il maxi aumento dei costi e soprattutto l’inverno demografico spingono Caravaggio a rinunciare alla nuova mensa scolastica destinata alla frazione di Masano e soprattutto al mezzo milione di euro di fondi Pnrr ottenuti per il progetto.
Una scelta amara, ma difficilmente evitabile quella deliberata nei giorni scorsi dall’amministrazione comunale di Claudio Bolandrini che, nel 2017, aveva completamente ristrutturato la primaria della frazione permettendo ai bambini non solo di tornare in classe, ma anche di trovare un ambiente multi comfort e all’avanguardia grazie al supporto venuto da un’azienda privata specializzata nei materiali per costruzione. Una miglioria che aveva portato nel 2019 il plesso scolastico a ottenere il riconoscimento statale chiudendo un’epopea durata vent’anni e che aveva avuto anche una ribalta nazionale quando negli anni 90 l’allora sindaco Ettore Pirovano l’aveva trasformato nella prima «scuola padana» per evitarne la chiusura.
Nel 2022 sembrava fosse arrivata la ciliegina sulla torta con il Comune che aveva ottenuto un finanziamento dal piano europeo Next generation per realizzare anche la mensa scolastica. Un progetto che, nei giorni scorsi, si è dovuto prendere atto, rimarrà nel libro dei sogni. A pesare innanzitutto l’aumento dei costi arrivati a una stima di 811 mila euro. Un aumento nell’ordine del 60% dovuto in parte al rincaro dei materiali, ma soprattutto necessario per garantire le prestazioni energetiche Nzeb-20 (consumo vicino allo zero) richieste nel bando Pnrr.
A far gettare definitivamente la spugna al Comune però è stata una novità subentrata nel corso del 2024. «Quando sono uscite le norme attuative del bando Pnrr — ricorda il sindaco — abbiamo dovuto prendere atto che sul finanziamento era stata aggiunta una clausola. L’edificio che si sarebbe realizzato non doveva cambiare di destinazione d’uso per i successivi 5 anni, pena la restituzione del finanziamento».
Una prescrizione capestro di fronte al calo generale della natività che sta toccando duro anche Caravaggio. All’inizio dell’anno scolastico, infatti, la città ha visto le elementari perdere una prima classe. I dati dei nuovi nati poi non consentono di essere ottimisti. A Masano non raggiungono le dieci unità l’anno e le possibilità che il plesso scolastico della frazione possa attirare alunni dal resto della città sono poche. «Quest’anno — ricorda Bolandrini — a Badalasco, la frazione di Fara d’Adda, il Provveditorato non ha autorizzato una prima classe nonostante i 14 iscritti. È un precedente di cui non si può non tenere conto. In queste condizioni avviare la costruzione della mensa avrebbe voluto dire ipotecare il futuro delle amministrazioni che verranno e che si sarebbero trovate con tutta probabilità a dover restituire i soldi del Pnrr con gli interessi. Non ci è sembrato giusto. Impiegheremo invece i fondi con cui dovevamo integrare il costo dell’opera per dei progetti destinati alla frazione. Proseguiranno invece gli altri interventi sull’edilizia scolastica che abbiamo avviato sempre con il Pnrr: la messa a norma antisismica delle scuole medie (1,2 milioni) e il nuovo asilo nido (1,8 milioni)».
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