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Negli ultimi tempi, la flat tax è diventata uno degli argomenti più discussi nel panorama politico italiano. Alcuni la considerano una soluzione innovativa per rilanciare l’economia, altri la ritengono un privilegio riservato ai redditi più alti.

Ma cosa significa esattamente questo termine e come funzionerebbe nel contesto italiano? In questa guida esploreremo nel dettaglio il concetto di flat tax, il suo funzionamento e le sue implicazioni economiche.

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Il sistema di tassazione progressiva in Italia

Attualmente, il sistema fiscale italiano è basato su una tassazione progressiva del reddito. Questo significa che l’aliquota fiscale aumenta con l’aumentare del reddito. Secondo l’articolo 11 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), le aliquote IRPEF attualmente in vigore sono le seguenti:

  • Fino a 15.000€ di reddito: aliquota del 23%
  • Tra 15.001€ e 28.000€: aliquota del 27%
  • Fra 28.001€ e 55.000€: aliquota del 38%
  • Tra 55.001€ e 75.000€: aliquota del 41%
  • Oltre 75.000€: aliquota del 43%

Questa struttura progressiva mira a garantire un livello di equità, applicando aliquote più elevate a chi ha redditi più alti e permettendo una maggiore redistribuzione delle risorse.

Cos’è la flat tax?

La flat tax è un sistema di tassazione caratterizzato da un’aliquota unica, ovvero una percentuale fissa che si applica a tutti i redditi, indipendentemente dall’ammontare del reddito stesso. A differenza del sistema progressivo, questa tassa non varia in base alla fascia di reddito, il che significa che tutti i contribuenti pagano la stessa percentuale di tasse, sia che guadagnino 10.000€ che 200.000€.

Obiettivi della flat tax

Gli ideatori della flat tax sostengono che un’aliquota unica semplificherebbe il sistema fiscale e incentiverebbe la crescita economica. L’idea è che una tassazione più bassa e prevedibile possa:

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  • Incentivare le nuove assunzioni grazie a un minor costo del lavoro
  • Ridurre la evasione fiscale incoraggiando i cittadini a dichiarare il proprio reddito in modo completo
  • Attirare gli investimenti stranieri, rendendo l’Italia un paese fiscalmente più competitivo

La flat tax in Italia

Attualmente, la Flat Tax è accessibile solo ai titolari di partita IVA che rientrano nel regime forfettario. Per poter aderire a questo regime, è necessario rispettare alcuni requisiti di reddito:

  • Soglia di ricavi o compensi annui: il limite massimo è di 85.000 euro. Se i ricavi superano questa cifra, il contribuente non può beneficiare della Flat Tax
  • Spese per il personale: non devono superare i 20.000 euro annui
  • Reddito da lavoro dipendente: se il contribuente ha anche un reddito da lavoro dipendente, questo non deve superare i 30.000 euro annui

Chi rientra in questi parametri può usufruire della Flat Tax e beneficiare della semplificazione fiscale che comporta, pagando un’unica imposta del 15% sul reddito imponibile. Inoltre, i contribuenti che rientrano nel regime forfettario sono esentati dal versamento di altre imposte come IRPEF, IVA e IRAP, e non sono soggetti agli ISA (Indicatori Sintetici di Affidabilità fiscale).

Quando è stata introdotta in Italia

La Flat Tax, così come la conosciamo oggi in Italia, è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2020 (comma 692 della legge 160/2019). Questo provvedimento ha consolidato alcune regole che limitano l’accesso alla Flat Tax, confermate anche dalle successive Manovre finanziarie. Le modifiche introdotte nel 2020 includono:

  • Un limite di spesa per il personale e lavoro accessorio pari a 20.000 euro
  • Divieto di cumulo con redditi da lavoro dipendente superiori a 30.000 euro

Queste regole servono a garantire che il regime forfettario rimanga vantaggioso solo per i piccoli imprenditori e professionisti che operano su scala ridotta.

Vantaggi della Flat Tax

Uno dei principali vantaggi della flat tax è la riduzione della pressione fiscale, specialmente per chi ha redditi elevati. Questo potrebbe incentivare le imprese a investire di più, grazie a una riduzione dei costi legati alle tasse. Una struttura fiscale più semplice potrebbe ridurre i costi amministrativi sia per lo Stato che per i contribuenti, migliorando la trasparenza e l’efficienza del sistema.

Con un’aliquota più bassa e uniforme, si riduce l’incentivo all’evasione fiscale, poiché i vantaggi di dichiarare il proprio reddito diventano più attraenti rispetto ai rischi legati a pratiche di elusione. Una flat tax potrebbe rendere l’Italia più competitiva a livello internazionale, attirando investitori e aziende che cercano paesi con una tassazione favorevole.

Leggi anche: Manovra 2025 e stipendi: cosa cambia con la Legge di Bilancio

fla taxfla tax

I contro della flat tax

Il principale svantaggio è che tende a favorire i redditi più alti. Chi guadagna di più vedrebbe una riduzione significativa delle tasse, mentre i benefici per i redditi bassi sarebbero marginali. Un calo della pressione fiscale potrebbe ridurre le entrate dello Stato, mettendo a rischio il finanziamento dei servizi pubblici. Questo potrebbe portare all’aumento di imposte indirette come l’IVA, penalizzando ulteriormente i consumi.

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L’applicazione di questa tassa unica potrebbe accentuare la concentrazione della ricchezza, riducendo il potere d’acquisto delle famiglie meno abbienti e aumentando il divario tra ricchi e poveri.

La flat tax in Europa

La flat tax è stata adottata in diversi paesi dell’Europa orientale, tra cui Russia, Lettonia, Lituania, Serbia, Ucraina, Georgia e Romania. Tuttavia, non tutti questi paesi hanno registrato miglioramenti significativi nel gettito fiscale o nella riduzione dell’evasione. Ad esempio, la Slovacchia ha dovuto abbandonare questo sistema nel 2013 a causa delle difficoltà economiche che ha incontrato.

Come potrebbe cambiare la tassa unica nel 2025

Il governo Meloni, supportato dalla Lega, sta valutando di estendere questa soglia a 100.000 euro, rendendo più accessibile la cosiddetta Flat Tax. La proposta di estendere la Flat Tax a una soglia di 100.000 euro è stata avanzata dalla Lega, con il pieno supporto del leader Matteo Salvini e del sottosegretario all’Economia Federico Freni.

Entrambi hanno confermato l’intenzione di lavorare per ampliare il regime forfettario, con l’obiettivo di sostenere in modo più significativo i liberi professionisti e le piccole imprese. Secondo Freni, il governo sta adottando un approccio che mette al centro il ceto medio, cercando di fornire agevolazioni fiscali sia per le famiglie che per i lavoratori autonomi.

Benefici della Flat Tax sugli straordinari

La detassazione degli straordinari potrebbe portare diversi vantaggi:

  • Aumento della produttività: I lavoratori sarebbero più incentivati a svolgere ore extra, incrementando la produzione aziendale
  • Sostegno alle PMI: Le piccole e medie imprese potrebbero trarre vantaggio dall’aumento dell’offerta di lavoro disponibile, rispondendo meglio alle necessità produttive
  • Potere d’acquisto maggiore: Una flat tax sugli straordinari aumenterebbe il reddito netto dei dipendenti, migliorando il loro tenore di vita

Secondo Confapi, i costi iniziali di questa misura sarebbero compensati dall’aumento della produttività e dall’incremento delle entrate fiscali a lungo termine.

Leggi anche: Aumento delle tasse nella Manovra 2025: ecco cosa sappiamo



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