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Dalle “cose” ai “mondi”: com’è cambiata la PA digitale in sette anni #adessonews

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Negli ultimi sette anni, la PA ha subito una decisa trasformazione digitale: vediamo alcuni passaggi fondamentali di questo cambiamento e come si sia passati da un vago “insieme di cose digitali” a interi “mondi digitali” ben definiti che vengono suddivisi per le competenze che richiedono in gestione.

Le “cose” della PA digitale fino a sette anni fa

A cavallo tra il 2016 e il 2017, il mondo digitale della PAL fondamentalmente era composto da pochi elementi. Ne evidenziamo, di seguito, una decina:

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  • il mito (da alcuni considerato urbano) di Bagnacavallo, unico comune in ANPR
  • un sistema di pagamenti ancora poco noto, che era pagoPA
  • qualche futurista parlava di Cloud, anche se pochi ne capivano effettivamente il potenziale
  • la CIE veniva rilasciata ma fino al 2014 senza chip, poi con chip ma nessuno ne conosceva il vero utilizzo
  • SPID muoveva i primi passi
  • i siti della PA erano tutti “personalizzati” allegramente dagli amministratori
  • gli RTD erano rari come le mosche bianche
  • il piano triennale dell’informatica era in sviluppo
  • l’intelligenza artificiale era riservata agli utopisti
  • la cybersec era relegata a installare il firewall e l’antivirus

Queste “cose” (come venivano definiti da molti amministratori i temi tecnologici informatici e digitali), erano compito solitamente del “più volenteroso” del comune, fosse l’ufficio tecnico, la segreteria, la ragioneria o qualcuno di giovane, che si fosse messo a capirci qualcosa per interesse, volontà, capacità o lungimiranza.

Nei comuni più grandi queste “cose” venivano assegnate al CED, visto che era presente.

La rivoluzione della PA digitale negli ultimi sette anni

Da lì arriviamo velocemente ad oggi. In 7 anni c’è stato:

  • il Fondo Innovazione che sembrava una manna economica incredibile: qualche soldo per il digitale era una novità rispetto alla solita “invarianza di bilancio”
  • poi è arrivato il Covid-19
  • infine la pioggia di fondi del PNRR, con comuni di 100 anime che ricevono o riceveranno 250.000 euro per la loro digitalizzazione, ovvero per fare 3 pratiche all’anno

Il mondo digitale quindi è completamente cambiato, con un interesse crescente al tema dovuto ai fondi che sono arrivati.

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Il mondo delle anagrafi

Potremmo parlare di AN* utilizzando una notazione molto da “generazione zeta”.

Ormai è in uso in tutta Italia ANPR, l’anagrafe nazionale che semplifica i servizi demografici ed elettorali per tutti (e non solo a Bagnacavallo).

È attivo un avviso per ANSC che permette l’estensione dell’utilizzo dell’anagrafe nazionale digitale (ANPR) e quindi l’adesione allo Stato Civile digitale (ANSC), nonché l’eliminazione delle leggendarie stampanti ad aghi, che probabilmente trovavano mercato ancora solo in Italia.

Sono operative anche e non fruibili online (nel caso specifico dell’ANIST e dell’ANA) se non per soggetti specifici:

  • ANIS: è la banca dati dell’istruzione superiore
  • ANIST: L’Anagrafe Nazionale degli Studenti (ANS) è stata istituita, per il primo e secondo ciclo di istruzione
  • ANA: L’ANA subentra alle anagrafi e agli elenchi degli assistiti tenuti dalle singole Aziende sanitarie Locali e Ministero della salute e cooperazione con le banche dati regionali.
  • l’Anagrafe nazionale dei numeri civici delle strade urbane (ANNCSU): il riferimento nazionale per gli stradari e indirizzari comunali.

Altre anagrafi che sono presenti nelle basi di dati di interesse nazionale sono:

  • l’Anagrafe delle aziende agricole: sono a livello regionale, un paio di link di veloce ricerca sono:
  • Archivio nazionale dei veicoli e l’Anagrafe nazionale degli abilitati alla guida: le pubbliche Amministrazioni e le persone giuridiche e fisiche private, ai sensi dell’art.1 del D.P.R. 28 settembre 94, n. 634, possono accedere alle informazioni contenute nella banca dati della Direzione Generale della Motorizzazione, contenente l’Archivio nazionale dei veicoli e l’Anagrafe nazionale degli abilitati alla guida, istituiti dagli artt. 225 e 226 del nuovo codice della strada.
  • Anagrafe Tributaria: la Direzione regionale è competente a trattare le istanze di accesso alla banca dati dell’Anagrafe Tributaria, compreso l’Archivio dei rapporti finanziari, formulate ai sensi degli articoli 492-bis del c.p.c e 155 quater, quinquies e sexies delle disp. att. del c.p.c., nei casi in cui le strutture tecnologiche necessarie a consentire l’accesso diretto da parte dell’Ufficiale Giudiziario alle banche dati, ai sensi dell’art.155 quater delle disp. att. del c.p.c., non siano funzionanti. L’accesso è consentito nei casi normativamente previsti previa autorizzazione del Presidente del Tribunale competente per territorio regionale ovvero a seguito di attestazione rilasciata dall’ufficiale giudiziario presso i Tribunali o la Corte di Appello territorialmente competenti, ai sensi dell’art.155-quinquies, comma 1, disp. att. del c.p.c.. Ad esempio:

Il mondo degli indici

Gli indici di riferimento sono tre: che sono delle sorte di anagrafi dei domicili digitali

Questi registri se interrogati permettono di individuare la raggiungibilità digitale (mediante PEC diventata nel frattempo REM) dei soggetti corrispondenti.

Il mondo pagamenti

Il mondo pagamenti della PA si riassume nella parola “pagoPA” e in 3 categorie di termini che corrispondono a problemi o sviluppi:

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  • rendicontazione
  • riconciliazione
  • interoperabilità

La prima serve a generare il pagamento nel sistema dei pagamenti pagoPA associato ad un servizio (mensa) o infrazione (codice della strada) e rendicontarlo correttamente nel software corrispondente quando pagato.

La seconda a fare in modo che la contabilità di un comune registri correttamente l’introito associato al tributo nel relativo capitolo di bilancio: questa non sarebbe fattibile senza la terza,

La seconda non è fattibile senza la terza, a meno che il tributo sia partito dallo stesso software/suite della contabilità.

Il mondo pagamenti che era partito con pochi comuni e qualche transazione è diventato enorme, come si può vedere dalla dashboard di PagoPA. PagoPA s.p.a.è nata nel 2019 da uno spinoff del Team Digitale ed ha compiuto recentemente proprio 5 anni, diventando un player centrale nella trasformazione digitale del nostro Paese.

Il tema pagamenti coinvolge tutti gli uffici come parte tributaria e la ragioneria come parte contabile.

Il mondo dell’identità digitale

Dal 2017 ad oggi CIE ha raggiunto l’età adulta, diventando di largo utilizzo e passando da livello di sicurezza 3 a livello anche 1 e 2. È stata introdotta l’app CIEid in modo da rendere l’esperienza utente molto simile a quella di SPID e l’app CIESign che permette di firmare digitalmente.

Oltre a questo il passaggio dal protocollo SAML2 a OIDC (previsto anche negli avvisi PNRR) permette maggiore sicurezza e dei vantaggi concreti dal punto di vista della user experience.

Anche SPID si è diffuso molto, diventando un tema mainstream.

Entrambi gli strumenti di identità digitale hanno superato i 40 milioni di utenti e la CIE diventerà centrale nel nuovo IT WALLET.

Il mondo della comunicazione digitale con il cittadino

Le parole chiave sono app IO e SEND.

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App IO è l’app dei servizi pubblici che permette ad ogni PA di comunicare in modo standardizzato verso un cittadino (mediante codice fiscale di riferimento). Nel 2017 app IO era probabilmente presente solo nei pensieri di qualche pensatore di lungo periodo o abbozzata sui fogli di qualche UX Designer.

SEND è l’ultima delle piattaforme abilitanti apparsa, che permette di digitalizzare le notifiche da PA a cittadino facendole passare da analogiche a digitali.

App IO a breve evolverà verso l’IT Wallet (sperimentazione in corso) e poi probabilmente l’EU Wallet, per permettere ai cittadini europei di gestire nel portafoglio documenti digitali (Es. passaporto), attributi (informazioni specifiche e loro condivisione) e messaggi con la PA, oltre ai pagamenti digitali.

Il mondo del Cloud

Nel 2017 solo pochi parlavano di cloud nella PA. Nel 2018 è stato lanciato il sito cloud.italia.it e relativo manuale di abilitazione al cloud. Successivamente si è realizzata una puntuale strategia cloud che mira a ridurre gli oltre 11 mila datacenter della PA e portare in cloud i dati della PA centrale e Locale.

Negli anni poi si è aggiunto:

Il cloud è abilitatore di molte tecnologie, tra cui l’AI.

Il mondo della cybersecurity

Nel 2017 fare cybersecurity significava avere un buon antivirus e un buon firewall.

Ora il mondo della cybersecurity si è esteso ai firewall layer 7 (e non più layer 3), ai sistemi di EDR, MDR, XDR.

Le persone sono state messe al centro, visto che sono l’anello debole della catena di sicurezza e si è cominciato a fare maggiore formazione sul tema.

Recentemente le normative NIS2 e la nuova legge 28 giugno 2024, n. 90 su Disposizioni in materia di rafforzamento della cyber sicurezza nazionale e di reati informatici, oltre alla costituzione del Referente della CyberSicurezza in ambito di alcune realtà più grandi della PA, stanno mettendo una forte luce su questo tema.

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Nel frattempo, è nata ACN (nel 2022), ovvero l’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale che ha acquisito le funzione di difesa Cyber di Agid e presso cui è stato istituito:

e che lavora in stretta sinergia con il Garante Privacy, la Polizia Postale e in futuro i CSIRT Regionali in istituzione.

La cybersicurezza inoltre va inquadrata a livello pratico con le Misure Minime di Sicurezza ICT redatte nel 2018 ma ancora di buon valenza e come ultima novità potenziata mediante i feed IOC.

Il mondo dei dati

La PA è uno dei più grandi generatori di dati di un Paese. Questo mette al centro la necessità di diffondere una cultura del dato nella PA, che ne permetta oltre alla produzione, la gestione (manuale e Responsabile della gestione documentale), la conservazione (manuale e Responsabile della conservazione documentale). Il tutto in ottica di una Data Literacy che porti ogni persona della PA a saper gestire il ciclo di vita dei dati per sapere quali sono le basi dati sia di interesse nazionale che locali a disposizione, come farle parlare tra loro, come gestire e produrre dati di qualità.

Il tutto anche nell’ottica di far circolare i dati (articolo 1 del GDPR) mediante interfacce come API e piattaforme (ecco un’altra piattaforma digitale in arrivo) PDND (la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) che abilita l’interoperabilità dei sistemi informativi degli Enti e dei Gestori di Servizi Pubblici, rendendo concreto il principio “once-only”.)

Non dimentichiamo poi tutto il tema dei dati aperti, raccolti nei siti https://schema.gov.it/ e https://www.dati.gov.it/

Il mondo dell’intelligenza artificiale

Come se non bastasse dal 2022 è esplosa l’intelligenza artificiale (AI) che porta la PA ad un ulteriore salto di comprensione, conoscenza e possibilmente automazione.

Il mondo della documentazione, linee guida e leggi

Il tutto va inquadrato nell’ambito della documentazione poi da leggere e resa disponibile:

e altri numerosi documenti di strategia e indicazioni tecniche o di strategia di lungo periodo digitali o meno (PIAO, DUP …)

Il mondo degli approfondimenti tecnici

A tutto quanto sopra si aggiungono gli sviluppi tecnici, seguibili da diversi siti:

tanto per citarne alcuni.

Il mondo degli avvisi PNRR

Si aggiungono poi gli avvisi, raccolti per la maggior parte con intelligenza sul portale padigitale2026.gov.it, con relative parti burocratiche da seguire per la raccolta dei fondi del PNRR.

Il mondo dei contratti pubblici

Nel frattempo nel 2023 è cambiato il codice dei contratti pubblici, con conseguenze sia per le stazioni appaltanti che per i fornitori che per le gare pubbliche.

Altri mondi più o meno grandi

Elenchiamo altri mondi in sviluppo:

  • SUAP E SUE: con sito di riferimento al link e relativi avvisi per il miglioramento tecnologico

Conclusioni

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Elencando i mondi sopra, si spera di essere stati abbastanza completi cercando di dare una dimensione di quanto è cambiato il mondo della PA dal “posto fisso analogico” del 2017 al “posto dinamico digitale” del 2024.

Il povero dipendente comunale dell’ufficio tecnico, della ragioneria o di buon cuore che nel 2017 si è trovato a diventare il riferimento per “quella cosa del digitale” ora si trova immerso in tutti i mondi sopra indicati, ignaro di quello che lo aspettava.

Ma purtroppo, molto più ignari di lui, sono i suoi colleghi e gli amministratori riguardo la mole di lavoro che il mondo del digitale comporta oggi, magari subentrati a giugno illudendosi che la PA sia ancora “il posto fisso analogico”

Il tutto, mentre prosegue a fare il suo lavoro (ragioneria, ufficio tecnico)

Come possiamo pensare che un normale dipendente pubblico di un comune di mille abitanti possa riuscire a rimanere aggiornato su tutti questi temi? Come possiamo aiutare il povero dipendente comunale che ambiva ad un semplice posto fisso analogico a districarsi nel posto dinamico digitale che lo sta sommergendo di nozioni, documenti, tecnologie in modo che la sua comprensione e l’impatto del suo agire siano positivi e coinvolgenti invece di travolgenti come fossero un torrente in piena?

Probabilmente non possiamo. Serve un cambio di passo che sia funzionale, organizzativo e aggregante. Perché ormai per il digitale non bastano più generalisti, ma i mondi sono talmente tanti che servono specialisti.

In questo possono aiutare gli uffici RTD sovracomunali con competenze multi area (anche gli RTD sono cresciuti molto dal 2017 in numero anche se un po’ dimenticato dal PNRR come coinvolgimento), oppure società aggregative che si occupino dei servizi digitali degli enti, andando oltre il territorio comunale. Altrimenti l’alternativa sarà una dipendenza dal privato e dal fornitore di turno.



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