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L’assessore al condono dell’incondonabile condono ha resistito una settimana, ma alla fine ha gettato la spugna. Domenico Tizzano si è dimesso nella serata del 15 ottobre, durante la seduta del consiglio comunale di Massa Lubrense. L’ordinanza di demolizione di una parte di edificio di proprietà della famiglia Tizzano, a via Cava, porta la data del 4 ottobre. Ma era diventata di dominio pubblico quattro giorni dopo. Il provvedimento è stato notificato a lui e al padre. È fondato sul presupposto che la concessione in sanatoria dell’ottobre 2017 era stata rilasciata sulla base di dichiarazioni sulla data di realizzazione del fabbricato ritenute mendaci di circa 20 anni.
È la storia raccontata nei giorni scorsi su ilfattoquotidiano.it, che ha poi disvelato in anteprima l’esistenza di un’inchiesta sull’archivio storico e comunale, sigillato da carabinieri: la procura di Torre Annunziata guidata da Nunzio Fragliasso ha iscritto nel registro degli indagati il sindaco Lorenzo Balducelli e il dipendente municipale addetto all’archivio, Rosario Acone. Tutto questo è avvenuto negli stessi giorni di un’ispezione a via Cava (la strada della casa dei Tizzano) culminata con un altro provvedimento di sequestro. Motivato dalla circostanza che i lavori di messa in sicurezza di quel tratto di via, colpito da frane durante gli acquazzoni del 2019, sarebbero stati realizzati in difformità col progetto approvato al Genio Civile.
La pagina Facebook del Comune di Massa Lubrense riporta così le dichiarazioni di Tizzano: “Mi sono dimesso in modo da poter dedicare tempo ed energie nel dimostrare la mia totale estraneità agli addebiti che mi sono contestati. Lo faccio con grande rispetto e piena fiducia nella magistratura che chiarirà sicuramente tutta la vicenda. Lo faccio per evitare a questa amministrazione inutili strumentalizzazioni e consentire al sindaco di attribuire le deleghe assessoriali (la giunta opera da mesi con le deleghe azzerate, ndr). Lo faccio per rispetto di questo consiglio comunale e dei cittadini di Massa Lubrense che mi hanno voluto come loro rappresentante. Lo faccio soprattutto per dedicarmi a difendere il mio onore e la mia dignità agli occhi dei miei figli. Lo faccio nella sicurezza di essere a posto con la mia coscienza e ringrazio quanti comprenderanno questa mia scelta e quanti in questi giorni mi hanno dimostrato piena fiducia e confermato la loro amicizia”.
Tornando a via Cava, il sequestro giudiziario è arrivato mentre erano in corso accertamenti tecnici, dei saggi, per verificare se quei lavori furono svolti ‘al risparmio’, se il numero di palificazioni corrisponde a quello dichiarato, se la strada è sicura. Accertamenti ordinati in base a quanto dichiarato nella determina del 1 ottobre firmata dal dirigente, l’ingegnere Giuseppe Maresca: nel maggio 2023 fu il Rup del procedimento, l’ingegnere Monica Coppola, a segnalare agli uffici preposti che “l’opera è stata realizzata in completa difformità rispetto a quella autorizzata, senza che il direttore dei lavori predisponesse la dovuta variante, senza che il collaudatore in corso d’opera rilevasse le difformità esecutive rispetto all’autorizzazione sismica succitata e conseguentemente senza che né il direttore dei lavori né il collaudatore in corso d’opera provvedessero a sottoporre le variazioni intervenute a questo Rup per l’approvazione delle stesse, se e in quanto condivise, e conseguentemente per l’invio al Genio Civile finalizzata all’ottenimento dell’autorizzazione sismica relativa alla denuncia delle opere in variante”. Coppola ora non lavora più all’Utc di Massa Lubrense.
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