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Ad Aosta, l’Università della Valle d’Aosta ha da poco inaugurato il suo nuovo polo, firmato da MCA-Mario Cucinella Architects sul sedime dell’ex caserma Testafochi nel centro città.
Un nuovo polo da un’area ex militare
Punto di partenza del progetto è infatti un’area ex militare che nel 2021 è diventata proprietà della Regione Autonoma attraverso l’intervento di Agenzia del Demanio. È stata ceduta dallo Stato secondo il disposto di un Accordo di Programma che, per dare all’esercito strutture rinnovate e funzionali, ha scambiato con la vecchia Testafochi le riqualificate caserme Battisti e Ramires e l’eliporto di Pollein.
L’area di intervento si trova quindi in una posizione strategica, ai limiti del centro storico. Il nuovo polo concretizza un grande progetto strategico di un ateneo giovane. L’Università della Valle d’Aosta nasce infatti nel 2000 come ateneo privato riconosciuto dallo Stato per rispondere tramite percorsi di studio mirati alle esigenze di un territorio fortemente turistico. Offre lauree di due livelli in Scienze della formazione primaria, Economia e politiche del territorio e dell’impresa, Economia e management, Scienze politiche e delle relazioni internazionali e Lingue e comunicazione per l’impresa e il turismo. E richiedeva ulteriori spazi per la didattica nuovi e moderni.
La sede storica, che finora è sempre stata la principale, occupa infatti gli insufficienti spazi dell’antico seminario minore, sulla collina. È stata successivamente affiancata da una sede secondaria a Saint-Chistophe ed è adesso ampliata dal nuovo polo, il cui progetto è stato affidato allo studio di Mario Cucinella basato tra Bologna e Milano.
La nuova Palazzina ex Zerboglio
L’intervento prende quindi le mosse dal vecchio complesso della caserma, che raggruppava i suoi edifici attorno a una grande e chiusa piazza centrale che le nuove funzioni aprono e connettono alla città. Il progetto ha previsto la demolizione di due palazzine e la realizzazione ex novo del nuovo edificio principale, che ha sostituito la Palazzina ex Zerboglio.
Obiettivo del progetto era la creazione di nuovi spazi per gli studenti rigenerando un’area dismessa, ma anche la costruzione di un punto di riferimento, urbano, culturale e formativo per la città.
Il programma colloca all’interno di quattro livelli fuori terra e due interrati le funzioni richieste che hanno reso pienamente operativo il nuovo polo. Al piano terra sono le parti comuni, destinate all’accoglienza e alla riunione: sono la caffetteria e l’aula magna, posizionate in prossimità delle estremità. A unirle, gli ingressi e spazi connettivi che al piano terreno rendono l’edificio permeabile.
Tutti i livelli centrali sono occupati dalle aule, che il progetto rivolge verso la città. Negli interrati, il progetto colloca le indispensabili aree di servizio e i necessari locali tecnici, ma anche funzioni didattiche importanti. Nel primo sono infatti collocati due laboratori informatici che vengono illuminati e arieggiati dalle aperture nel grande patio/cortile che fiancheggia il fabbricato. Il secondo ospita infine l’Aula Magna con i suoi 176 posti a sedere.
Le nuove superfici, pari a 7.500 mq, realizzano spazi per circa 2.000 studenti.
Il Museo d’Arte della Fondazione Rovati porta la firma di Mario Cucinella
Nuovo Polo Università della Valle d’Aosta: un edificio ispirato dal paesaggio
L’organizzazione di tutti gli interni del nuovo edificio è estremamente flessibile. La libertà nella suddivisione degli spazi è permessa da una struttura portante in cemento armato i cui grandi solai sono sostenuti da setti che creano ampie campate libere, funzionali soprattutto alle aule.
L’architettura del nuovo edificio nasce ispirata dal paesaggio montano valdostano che circonda la città con le sue cime e i suoi ghiacciai. Acquista la sua forte identità grazie alle scelte che hanno dato forma a un involucro dinamico, fatto di metallo e vetro.
Il volume compatto, la cui forma è stata studiata per ottenere un edificio climaticamente reattivo, apre e dilata i suoi fronti in base alle funzioni dei piani e agli affacci. Le aperture aumentano a partire la primo livello, dove le aule iniziano a richiedere luce naturale e possibilità di ricambio d’aria. Mentre all’esterno i fronti sono piani, verso la piazza l’involucro si deforma diventando esso stesso un elemento di arredo urbano. Le facciate sono composte da elementi scatolari orizzontali in Betacryl, un Solid Surface fabbricato con idrossido di alluminio, resina acrilica e pigmenti coloranti naturali dalla consistenza simile alla pietra naturale.
Photogallery
© Duccio Malagamba
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