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Grosseto. “Il nuovo metodo di ingresso a medicina si presta a tanti punti interrogativi e non si inserisce in un piano organico della formazione del medico, che deve comprendere anche le specializzazioni. Basta che risulti qualche posto in più rispetto agli anni precedenti e già l’Università lamenta eventuali strutture non adeguate: sarà per avere più fondi?”.
Così il vicepresidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale e capogruppo di “Merito e Lealtà” Andrea Ulmi sulla proposta approvata in Commissione al Senato.
“Il nuovo metodo – afferma Ulmi – non si capisce a che cosa si riferisca, se alla necessità di un territorio, alle disponibilità strutturali dell’ateneo, alla necessità di medici in generale. Al momento mi pare che si tratti solo di un numero ipotetico, purché superiore al precedente”.
Eppure, che sarebbero mancati i medici era noto alle istituzioni. “Venti anni fa – afferma il consigliere –, quando il Governo pretese da Enpam di aumentare le proprie riserve da venti a cinquanta anni, pena la confluenza nell’Inps, si comprendeva che la gobba pensionistica avrebbe portato ad una carenza di medici, con un’uscita massiccia dei cosiddetti ‘boomer’ e la necessità di sostituirli. Quale criterio ci autorizza a pensare che tra dieci anni, perché tra percorso di laurea e specializzazione è questo il tempo necessario per formare un medico, avremo ancora queste necessità? Per questo credo che bisogna ragionare con una visione, tenendo conto della denatalità, ma anche dell’invecchiamento e dei bisogni dei territori, magari incentivando, anche sul piano economico, chi sceglie quelle specializzazioni di cui c’è maggiore bisogno e sono meno appetibili, perché trovano minor collocazione sul libero mercato o espongono maggiormente a contenziosi legali, penso all’emergenza urgenza o all’anestesia e rianimazione”.
Anche sui medici di famiglia Ulmi pone una riflessione. “E’ un’anomalia – afferma il capogruppo di ‘Merito e Lealtà’– il fatto che la formazione dei medici di medicina generale dipenda ancora da un tutoraggio. La formazione teorica dovrebbe essere universitaria e poi la pratica fatta sul territorio e negli ospedali convenzionati in quelli che io definisco gli ‘ospedali di apprendimento’”.
Un tema che ha appassionato anche il consigliere comunale di Grosseto della Lista Vivarelli Colonna Ludovico Baldi, membro dello Yep di Bruxelles, lo “Young Elected Politicians”, nonché studente universitario.
“Mi allineo a quello che propone il consigliere Ulmi – afferma Baldi –, con uno sguardo rivolto ai miei coetanei. Da un lato credo che sia importante offrire opportunità in più ai giovani e spero che il sistema approvato renda meno iniqua una selezione basata sui test che ha creato molte polemiche. Dall’altro sono convinto che occorra un percorso di laurea e successiva specializzazione che associ alla frequenza in aula quella sul campo di tipo incrementale, come ruolo e responsabilità, cosicché tutti possano avere un passaggio consapevole nel mondo della professione, a partire dai migliori, trovando il loro posto a seconda delle necessità del territorio e degli ospedali. Da studente possono dire che si è fatto un piccolo passo in avanti su cui, però, si deve lavorare ancora molto”.
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